Discesi in fondo a me stesso e mi cacciarono...
ODISSEY 2001
( Cape Canaveral, Aprile 2001 )
Odisseo parte alle quattro del mattino
attraverso l'Universo piatto
un parametro
tra l'altro
dell' asse spazio - tempo.
Viaggia su Marte
alla ricerca della vita
nel gelo
e nei camini vulcanici.
A navigare
attraverso tutte le sensazioni
nel Mare Pontino del vuoto interstellare
tormentato.
Morirà
per ritornare
in qualsiasi Terra,
qualsiasi Itaca, devastata da spasimanti,
qualsiasi patria
che una volta si produsse tra le stelle.
Ritornerà.
A svanire
nel primo istante d'amore
possibile.
***
OMERO
Indovinando
ho smesso di vedere.
E ora mi sveglio
nell'occhio
di un altro.
Persino il dito
che mi rimuove la lacrima accesa
è suo.
Si brucia.
E arde.
E tanto mi duole
che canto.
Per non sentire.
***
ULISSE
Sulla spiaggia di Itaca
mi hanno portato addormentato,
solo un corpo inerte.
Prima
non mi hanno riconosciuto
e dopo nessuno mi ha chiesto
nulla.
Ho ucciso i pretendenti.
E più
non devo navigare.
Non devo inventare.
Non devo inventarmi.
Non devo essere
un altro.
Non devo essere.
Nemmeno io
sogno Odisseo
La mia fuga
verso il reale
si è compiuta.
***
ORFEO
Mi restituiscono a Euridice
ma non potrò vedere la sua ombra.
Mi restituiscono a Euridice
ma senza la memoria dell'amore
che scende all'inferno.
Mi restituiscono a Euridice
ma senza via di andata e di ritorno
dove? a chi?
Come ritrovarmi?
Sono la lira che strappano
con denti e unghie
le baccanti?
Senza ricordi
non vedo la luce
di cui mi hanno parlato gli dei del Tartaro
e i fulmini - sortilegi
della scrittura.
Mi restituiscono a Euridice.
Ma in quale direzione
mi seguono i suoi passi?
Discesi in fondo a me stesso
e mi cacciarono.
Senza ombra.
Senza sguardo.
Persino il mio sangue
brucia
nella ferita di un Altro.
Per nulla soffro.
E canto.
Perché non sento.
Zhivka Baltadzhieva Trad. di M. Filippi
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