Si è complici di un sintomo...
L'IRA NOTTURNA DI PENELOPE
Pelle su pelle cucita
troppo stretta ai fianchi,
sconosciuta addosso
che vive la mia vita; che rimane
quando vorrei andare via
che non prende, chiede
sempre permesso e mi consuma
di rabbia dentro, dal posto
già assegnato nella retrovia.
Cucita addosso la pelle
di mia madre, di mia nonna
ricamata come un corredo
a riscatto della carenza.
Ogni giorno con pazienza
disfo un punto combattendo
l'ira notturna di Penelope
tremando il dubbio se qualcuno
ancora sotto respira.
***
IL COMUNE DOLORE
Si è complici di un sintomo
un comune dolore d'essere
periferia abbandonata, arsa
da cemento e sterpaglia.
Amore è solo un segno
posto troppo in alto
per le mie mani.
***
FAME
Ho lasciato sempre
qualcosa nel piatto
pur avendo ancora fame
ma ho desiderato correre
scomposta nei prati
e mangiare erba
solo per conoscerne il sapore.
***
SCHEGGE
Estraggo parole dalla carne,
schegge di una granata implosa
nelle viscere della mia nascita.
Non è il peccato originale,
è il contatto stesso del corpo con l'aria
che ha prodotto la deflagrazione
e ogni giorno trascorso è una scheggia
conficcata nel corpo del tempo.
Mi appartiene per usucapione.
E ogni parola è custode del corpo
protratto nel tempo, fotografia
di un volto sfocato nella foschia
che ognuno potrebbe dire : " E' la mia ".
***
FRAMMENTI DI UN EPILOGO
Quando sarò andato via
dovranno occuparsi
della mia assenza.
Riempiranno tutti i buchi
che ho fatto nella terra
per mettere radici.
Sgombreranno il mio piccolo spazio:
terranno l'oro per il valore,
getteranno i libri
e le fotografie senza più memoria
nascoste tra le pagine.
I miei fogli di tormento
diventeranno carta
su cui appuntare i fantasmi
di una nuova vita
o la lista della spesa.
Antonella Sica da L'ira di Penelope
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