lunedì 16 maggio 2022

LA LEGGENDA ETERNA ( Sì dolce è il tormento...)



                                              Dunque l'ultimo sogno anche è finito?




Aganoor fu a suo tempo una figura centrale della vita culturale di fine '800. Nacque nel 1855 da nobile famiglia armena e la sua storia si intreccia con quella tra alcuni dei letterati più noti dell'epoca : nel suo salotto passavano abitualmente Fogazzaro, Verga, Di Giacomo, Capuana e la sua corrispondenza con questi autori, oltre che la formidabile testimonianza di un'epoca , costituisce un'opera letteraria di grande valore. Sposata con il senatore Guido Pampilj, morì nel 1910 , lasciando un vuoto culturale e un marito affranto ( che si sparò il giorno dopo ).Le liriche qui proposte sono estratte dalla raccolta " Leggenda eterna " , pubblicata agli inizi del Novecento.





IL CANTO DELL' AMORE


Può dunque una parola, una sommessa

parola, detta da un labbro che trema

balbettando, valer più d'un poema,

prometter più d'ogni miglior promessa?

Può levarsi - a quel suono - una dimessa

fronte, raggiando, qual se un diadema

la cinga, e può dar tanto di suprema

gioia, che quasi ne rimanga oppressa

l'anima? Io credo svelga oggi dai cuori

ogni ricordo d'amarezza, ormai

sazio d'umane lagrime, il destino.

E' così certo! Non mai tanti fiori

ebbe la terra, e il cielo non fu mai

né così azzurro, né così vicino!



                                       ***


IL CANTO DELL'ODIO


Fugge al mar nelle fredde ombre del vespero

una fanciulla dalle guance smorte.

Non ha negli smarriti occhi più lagrime

ma il gran proponimento della morte.


Laggiù, tra lieti amici, allettan facili

trionfi e vani amori un freddo core

oblioso; laggiù di plauso echeggiano

le affollate per lui stanze sonore.


Dagli abissi - improvviso - assorge un demone

e passa nella notte alta gridando:

- Possa tu come un disperato piangere,

quella morta fanciulla indarno amando -.



                                       ***


GLORIA


Lei soltanto invocò, per lei s'impose

dure vigilie, a lei rivolse il canto

dall'ali audaci, effuso nell'ardito

spirito; e finalmente venne, e tanto

raggiavan le ciglia portentose,

le immense ciglia piene d'infinito,

che i colli intorno e le sopite lande

risero come al lume di un'aurora.

Non sorrise il poeta, e con altero

gesto scostando le febee ghirlande

che a lui porgea la radiosa : - Il vero

sei tu? ( disse ), il mio sogno era più grande.



                                    ***


VISIONE


So d'un palazzo dalle mura antiche

triste così c'ha di sepolcro aspetto;

bruno di muschi dagli sproni al tetto,

ingombro l'atrio d'edere e ortiche.

Dentro, un'ava grinzosa, in sé raccolta

dinanzi al focolar deserto e spento,

segue a narrar con infantile accento

una leggenda che nessuno ascolta.



                                        ***


RITORNO


Al suo tornar nella solinga stanza

chiesero l'ombre del nido romito :

- Dunque mentiva la dolce speranza ?

Dunque l'ultimo sogno anche è finito?

Ella sedette e immobile rimase

con gli occhi persi in fantasmi lontani:

poi finalmente, nascondendo il volto

nelle piccole mani,

scoppiò in singhiozzi.




              Vittoria  Aganoor   da    Leggenda  eterna



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