sabato 7 maggio 2022

MATTUTINO

 





                               Non posso amare ciò che non posso concepire...




Perdonami se ti dico che ti amo: ai potenti

si mente sempre perché i deboli sono sempre

spinti dal terrore. Non posso amare

ciò che non posso concepire, e tu non riveli

praticamente nulla. Sei come il biancospino,

sempre la stessa cosa nello stesso luogo,

o sei piuttosto la digitale, imprevedibile, prima apparsa

come stesso rosa sul pendio dietro le margherite,

e l'anno dopo, violacea nel roseto? Devi vedere

che a noi non serve, questo silenzio che incoraggia a credere

che devi essere ogni cosa, la digitale e il biancospino,

la rosa vulnerabile e la margherita resistente: finiamo col pensare

che non potresti esistere. E' questo

che vuoi che pensiamo, questo spiega

il silenzio del mattino,

i grilli che non sfregano ancora le ali, i gatti

che non si azzuffano nell'orto?




                    Louise Gluk    da    L'iris selvatico




2 commenti:

  1. È forse per questo che l'uomo si è sempre creato i propri dei a sua immagine e somiglianza? Magari con gli stessi difetti oppure volendolo esso stesso uomo come nel Cristo o anche con tutti i pregi e le eccellenze che l'uomo - più maturo - riesce solo a immaginare ma mai a raggiungere.
    Bisogno di amare/credere che si realizza solo se siamo in grado di concepire l'oggetto di questo amore, di questa fede. Come si potrebbe amare qualcosa di inconcepibile?
    Intelligo ut credam, credo ut intelligam, il nodo teologico che attraversa i secoli; tuttavia l'intelliggibilità è presente in ambedue le formule.

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  2. " Ai potenti si mente sempre perché i deboli sono sempre spinti dal terrore ". Credo che ci sia molta verità in questo atteggiamento psicologico dell'uomo, anche se spesso è così celato nel profondo che egli stesso finisce col non accorgersene e col pensare di agire in buona fede. Ancora: quello che afferma la poeta e che tu hai ripreso è oltremodo veritiero: " Non posso amare ciò che non posso concepire .." Intelligo ut credam" : ed è per questo forse che facciamo così fatica e siamo così pieni di dubbi verso un Essere Supremo che ci appare così lontano dalla nostra vita e misterioso.
    Diversa è la situazione del " credente" ( soprattutto cristiano) che un Dio incarnato dentro la Storia l'ha avuto nella figura di Gesù : ma anche qui esistono i dubbiosi come San Tommaso ( che non poteva credere senza aver visto ). E allora non ci resta che prendere per vera e considerare luce per il nostro cammino la risposta di Gesù a Tommaso :
    " Tu hai creduto perché hai visto ; beati quelli che crederanno senza vedere".
    A noi ( come segno) rimangono il Racconto di una Vita e di una Morte e tutte le Epifanie dei Santi dentro la Storia.
    Mi rendo conto che non vale per tutti ( non tutti sono cristiani né credenti ), ma tant'è : " Homo faber fortunae suae " ( Appio Claudio cieco ) ed è legittimo che a causa della libertà ciascuno possa credere in ciò che gli appare più confacente per la propria vita e per determinare il proprio destino.

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