lunedì 2 maggio 2022

ESERCITI DI CARTA ( la vita dell'uomo )

 


                                                         Avanti coi vostri ultimi miti...



" I testi raccolti in questo libro, considerati singolarmente, hanno valore ciascuno per i suoi contenuti specifici, per le caratteristiche stilistiche che li caratterizzano anche in modo diversificato, ma sono da intendere come " poema totale" che si articola nelle diverse pagine, talvolta con poesie ad ampio respiro che si dispiegano in testi più lunghi e compatti, altre volte in brevi unità sospese o folgoranti come pure in poesie strutturate in diverse strofe. Si tratta di un Poema epico e lirico, per certi versi mitomodernista, un poema cosmico che spesso riprende alcune forme di opere della letteratura delle origini - non solo occidentale - oppure passi delle Scritture. Al centro il Divino, il Cosmo, il Soggetto emblema di una condizione collettva " . ( Dalla Prefazione di L. Cannillo )



Il sole aveva i suoi eserciti di carta,

e li mandò nel mare

a svelare le grazie della luna.

Ma la luna, che ha il cuore di un uccello

che dorme, sollevò le maree

e affondò gli eserciti del sole.

Allora il sole si rivolse ai vulcani

dicendo: oscurate il cielo

- quando io mi nascondo -

affinché le luci argentate rimangano segrete

e nessuno più le possa vedere.

Gli uccelli impazzirono,

andarono dagli uomini,

ma gli uomini non capivano

e gli uccelli gli mangiarono i capelli.

Così gli uomini uscirono sul mare,

i soldati del sole, con barche di carta, e reti

di carta, a raccogliere la luce della luna.

Il mondo è diviso, disse il mare.

Luce e buio, oro e argento.

si mescolano dentro di me

come due pesci in amore.



                                        ***


Maturo era l'uomo dell'infanzia

infantile quello della maturità,

ma questa maturità porta il segno delle ustioni :

è bene ora che il vecchio si scrolli come un animale fradicio di nulla.



                                         ***


Oh mare di dolore

le nostre case sono così meschine,

è meschino il muro che ci copre.

Dovremmo - come libellule senza nome -

vagare per le foreste.

Ma il cammino è stato tracciato

da fionda e fucile, da mano e da oscuro

cervello.

Non so perché l'uomo si ostina a cercare.

Ad agitarsi, a muoversi, a creare.



                                      ***


Ora penso che l'autunno mi fa paura,

e che l'estate è un vero terrore,

penso che la distruzione verrà

e io non sarò stato fedele

ai cespugli di rose e alle grosse margherite,

non avrò insegnato a mio figlio il canto del prato

o la potenza del sole,

non gli avrò mostrato le grazie del mattino

quando la rugiada contende il sogno

e il vento cortese ripulisce l'anima.



                                             ***


Noi ci arrampichiamo sui

pensieri migliori


perché aneliamo

alla più vasta guarigione,


nel cadavere del cielo il nostro seme

sta bruciando;

infinita tristezza.


La genialità del mare e la sua piuma di neve,


mi ricordo, dei cavalli delle onde,

avevo semi nei capelli,

la spuma che mi usciva dalla testa

era il delirio del sole.


Avanti coi vostri ultimi miti

tutto quanto è sconfitto.




               Antonio Santiago Ventura   da    Eserciti di carta



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