" Come succede sempre nei casi di grande poesia, Angel Guinda affronta i temi classici più ricorrenti, come il tempo, l'amore e la morte. Allo stesso tempo, la sua attenzione si dirige all'esplorazione metapoetica. E per quanto possa sembrare scontato sottolineare la vastità di questi interessi, in realtà non lo è : basti pensare a come, nel nostro attuale contesto, vengano esaltati il nonnulla magniloquente e l'originalità priva di contenuto, in un atto di onanismo creativo che confonde il verso con lo spasmo, la letteratura con l'opportunismo dello spot. In maniera diversa invece, il nostro autore affronta la propria scrittura da una preoccupazione per l'umano, esasperata fino all'estremo della rottura del soggetto poetico; fino all'implosione stessa dell' Io lirico ". ( Pablo.L. Pinilla )
LA TUA BOCCA VERTICALE
La tua bocca verticale mi espulse di sbieco
e non ha smesso il tuo sangue di gorgogliare;
più di quando su un tavolo si rovescia una bottiglia,
"La lingua di Anise Koltz è chiara, veloce, tesa, compatta. Viene dal buio e dallo smarrimento, si muove in un presente che è insieme passaggio ed eternità. Si inerpica incontro a verità insolubili, dense e rapprese come enigmi, porta in sé la totalità degli eventi, non smette un solo istante di porre domande, di azzardare risposte. Nei componimenti brevi, tagliati come epigrammi, come percezioni rapprese, cielo e terra e mare e pianeti e galassie, umani e bestie e foglie, sono visti e chiamati per un accordo forse impossibile ".
ma non ho incontrato un appiglio per mentire a me stesso,
per affermare anche la minima negazione.
Il tuo battito è il mio. Lì dove inizia
quell'intenso desiderio che chiamiamo vita,
lì, splendente in giorni diversi,
nella boscaglia ardente del mio stupore,
con il sì, con il no dell'abisso della fortuna,
silenziosa mi aspetti come l'albero di fuoco
che sostiene il frutto lustrale della speranza.
Il mio sguardo ti invoca nel presente,
nella rotta incerta di qualsiasi lontananza
di quel mare che mi canta e mi seduce
con gli occhi ardenti del fulmine.
Hai sete dell' Eden che io non percepisco
e, negli accordi profondi della tua voce,
resti perenne, con la musica
fredda dell'anima e l'audace primavera,
in tutte le parole del sangue.
Justo Jorge Padron da Brivido, 1999
Lì dove sei ( in questo eterno presente senza mai futuro ), senza più rotte rese incerte dalla lontananza, sempre il cuore batte all'unisono con chi si ama.
Il Covid ti ha portato via il giorno 11 Aprile. Abbi ora la tua pace.
" Il sesso ha bisogno dell'occhio perché pretende lo sguardo dell' Altro. Ma lo sguardo implica la distanza. Il sesso - quindi - chiama chi lo allontana e fà di lui un segno o un'immagine. Poi la situazione si capovolge perché il segno, creando il desiderio, suscita lo slancio che sta per percorrere la distanza e abolirla.
Gli amanti chiudono gli occhi e la loro unione costruisce allora un corpo d'amore, dove circola l'unità. Lo spessore fisico, aprendosi all' Altro, diviene - all'interno - uno spazio analogo a quello dello sguardo, ma a rovescio. Lo spazio della fusione, dell'indistinto, dell'indicibile.
Gli amanti mantengono gli occhi aperti, e la distanza rimane presente fra i loro corpi. Questa distanza è - all'esterno - lo spazio dello sguardo nel quale i sessi cercano una sistemazione, delle figure, un gioco - tutte cose dicibili poiché le parole - eventualmente - le prolungano o le sistemano.
Le immagini erotiche sono degli sguardi caduti dagli occhi aperti di Eros, ma abitano anche gli occhi chiusi del corpo d'amore. Corpo d'amore o corpo di Eros, che si amano per l'amore o per il piacere, il loro sesso è la rispesa individuale praticata contro la specie.
Ma la specie rende fittizio ogni atto sessuale che non ha come meta di riprodurla.
Uomini e donne della Resistenza- Venezia, Aprile 1945
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.
Giuseppe Ungaretti
Ed è compito nostro, dovere morale di ciascuno di noi che questa luce non debba essere mai offuscata ( da odi, violenze, guerre, ignoranza, persecuzioni, pregiudizi, razzismo... )
(...) Non è il burnout, non è depressione, non è una mancanza di speranza. Semplicemente è l'assenza di gioia e uno scopo. Secondo il New York Times, l'emozione che ci accompagnerà per tutto il 2021, ha un nome : si chiama " languishing ", che tradotto in italiano suona più o meno come " languire ". E' un senso di stagnazione e di vuoto. Ti senti come se ti stessi confondendo tra i giorni, come se guardassi la tua vita da un finestrino appannato. E' l'assenza di benessere : non hai sintomi di disagi psichici, ma non sei neanche il ritratto della salute mentale. Non funzioni al massimo delle tue capacità. Il " languishing " spegne la tua motivazione e distrugge la tua capacità di concentrarti. Il termine è stato coniato da un sociologo, Corey Keyes, colpito da quante persone non depresse non stessero comunque prosperando. La sua ricerca rivela che le persone che tra dieci anni soffriranno di depressione e di disturbi d'ansia non sono quelle che stanno sperimentando questi sintomi oggi. Sono quelle che oggi stanno " languendo". Ma qual è il pericolo insito in questo stato emozionale? Secondo lo psicologo è l'inconsapevolezza. " Non riesci a percepire te stesso scivolare lentamente nella solitudine. Sei indifferente alla tua indifferenza. E quando non riesci a capire che stai soffrendo, non puoi cercare aiuto né fare molto per aiutare te stesso. Un antidoto al " languishing " però c'è : prima di tutto è necessario dare un nome a questa emozione, capire che non siamo soli ma che - al contrario - è qualcosa che stiamo sperimentando in molti. Ma come possiamo combattere questa assenza di gioia, questa stasi, dunque? In inglese c'è una parola " flow" , cioè " flusso, fluire" che potrebbe essere proprio l'arma giusta contro l'emozione del 2021. Con questo termine si intende quello stato di abbandono piacevole che proviamo quando siamo completamente assorbiti da qualcosa, quel momento in cui perdiamo la cognizione del tempo e dello spazio. Può essere un progetto a cui teniamo molto o più semplicemente una serie TV : l'importante è che abbia il magico potere di portarci via. E di salvarci - seppure per un momento - dalla negatività. L'ultimo avvertimento che lo psicologo lascia è quello di fare attenzione a dedicare a noi stessi un tempo non frammentato. La pandemia ci ha costretti a cambiare mansione ogni dieci minuti, passando dal nostro lavoro ai nostri figli e alla cura della casa in un batter d'occhio. Tutto questo favorisce il " languishing ". Siamo noi ad avere il potere di dargli il colpo di grazia. Ma per farlo non possiamo ignorare la sua esistenza: non esistono solo le malattie fisiche, ma anche quelle mentali e i disagi psicologici. E questo è un qualcosa, che mentre ci accingiamo a vivere l'epoca post pandemica, dobbiamo assolutamente ricordare e imparare a coglierne i segnali. " Se non hai una depressione clinica, non vuol dire che tu non stia soffrendo. Se non hai il " burn out" non vuol dire che tu non sia esaurito. E sapendo che molti di noi stanno " languendo" possiamo iniziare a dare una voce a questa sommessa disperazione ". (... )
Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse : " Dov'è Abele, tuo fratello ?". Egli rispose : " Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?". Riprese : " Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti : ramingo e fuggiasco sarai sulla terra."