domenica 15 aprile 2018

SOGNI ANTICHI E MODERNI 3


(...) Questi sogni che provenivano da lontano - guidati da Ermes -
      non erano visioni isolate, ma facevano parte di uno stesso
      sistema di segni.
      Grazie alla rivoluzione onirica,possiamo scavalcare le barriere
      che separano l'alto e il basso, il mondo divino e quello umano,
      quello passato e quello futuro:le anime che popolano il
      giardino del mondo si avvicinano e possiamo sognare per conto
      di altri, sognare insieme ad un altro lo stesso sogno e vedere in
      sogno ciò che un altro vede nella veglia. La rivelazione onirica
      è dunque un punto d'incrocio tra piani ontologici differenti.
      Ma chi promuove questi incontri? La stessa fittissima e
      foltissima realtà dell'universo? O c'è un meraviglioso burattino
     - un dio o un demone - che gioca con i nostri sogni e si diverte a
      tessere tele vaste e incomprensibili?
      Nella Grecia del tardo arcaismo si sviluppò l'idea che
      qualsiasi rappresentazione mentale - non solo quelle oniriche,
      ma anche tutte le altre forme di emozione e di riflessione -
      fossero il prodotto di un'entità invisibile, racchiusa dentro ogni
      essere umano, chiamata anima ( psyche ). L'anima diventò così
      il vero Io, e Socrate diceva che bisogna prendersi cura di lei
      più di ogni altra cosa."
      Da  quel momento in poi il sogno diventò il " compagno dell'
      anima", un compagno segreto ma inseparabile. La sua
      esperienza era quella dell'anima in se stessa e per se stessa,
      senza che il corpo ne fosse coinvolto; ed era la prova certa che
      essa ha in sé " qualcosa di divino".
      Quando il corpo giaceva come morto nel sonno, l'anima si
      ridestava. La rivelazione onirica non aveva dunque nulla a che
      fare con la coscienza. Durante il sonno si attivava una parte
      profonda dell'essere umano: ciò che l'anima vedeva mentre il
      corpo era addormentato, appariva come un ritorno alle sue
      origini. " Quando dorme " scrisse Eschilo " la mente scintilla
      di mille occhi, mentre di giorno gli uomini sono di vista corta".
      Se il corpo riposava - disse un medico del sesto secolo a.C. - l'
      anima sveglia conosceva tutto: vedeva ciò che va visto, udiva
      ciò che va udito, camminava, provava dolore, provava ira,
      ricordo e amore.
      Allora l'anima ascoltava voci prodigiose: un'aura amena
      circondava il suo letto; percepiva odori soavi e le figure sacre
      apparivano maestose e benevole, perfette nella loro bellezza.
      Poi - all'improvviso - il corpo si risvegliava e l'anima si
      addormentava: l'epifania divina si dissolveva, lasciando dietro
      di sé la desolazione dell'abbandono. (...)


                 Pietro Citati    da    Sogni antichi e moderni

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