domenica 29 aprile 2018

I SOGNI DELLE DONNE 5



IL LAVORO DEL LUTTO

(...) Il lavoro del lutto, l'elaborazione della perdita, la capacità di
      sopportare la separazione, sono diversi momenti di quell'evento
     " morte" che fin dall' inizio della vita si impone. E' con la fine
      che ci confrontiamo ogni volta che diamo inizio a qualcosa. I
      sogni ci rimandano a questa doppia presenza originaria: la vita
      e la morte, la presenza e l'assenza, il sì e il no. A volte tornano
      sulla scena di un lutto, di una perdita subita nella realtà:a volte
      parlano della perdita di parti di noi, del nostro non riuscire a
      vivere, a trasformarci, sopportando l'inevitabile perdita che
      ogni cambiamento comporta.
    " Un sogno non è che un'ombra", dice Amleto, e l'ombra è anche
       la parte di noi che fa aderire il corpo alla terra o il " negativo"
       che sottolinea l'umanità.
       In questi sogni è forte il richiamo alla cognizione del dolore,
       al senso inevitabile della perdita, ma anche a un certo tocco
       di " leggerezza" che ci si ritrova dentro, una volta accettata
       fino in fondo la strada dell'elaborazione del lutto, della
       mancanza. Ci può aiutare un simbolo, un pensiero rapido che
       passa, un'emozione di primavera ritrovata, un gesto di
       ritrovata essenzialità. Si può incontrare il piacere, ci si può
       lasciar riconquistare dal piacere, dopo un tempo di
       desertificazione, di vuoto. I sogni segnalano la forza del
       cambiamento e l'ineliminabilità della traccia lasciata. (...)


            Lella  Ravasi  Bellocchio    da    I Sogni delle donne
      



2 commenti:

  1. L'analisi dei sogni mi ha sempre interessato ed è la prima volta che la trovo affrontata con un linguaggio comprensibile non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti, e questa parte la trovo, per me, più interessante, forse per i tanti lutti vissuti da quando ero bambina.

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  2. Erroneamente si tende a pensare che interpretare i sogni sia un' " arte" recente, nata con Freud e la psicoanalisi. Ma non è affatto vero. La pratica è molto antica e, da quanto si potrà vedere in un interessante lavoro che inizierò proprio in questi giorni, per certi versi era già stata anticipata( - con le debite differenze - s'intende )in modo straordinariamente moderno da popoli quali gli antichi Egizi, dai Veda ( in India ) e nella Grecia antica.
    In quanto a parlare dei sogni in modo che sia " scientificamente corretto e comprensibile" si può. E si dovrebbe, dato che sognare è un'attività non solo
    soggettivamente universale, ma anche molto " reale" , la cui chiave di lettura può aprirci molte porte nella nostra vita quotidiana.

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