L' IDENTITA'
(...) Che cosa ci raccontano i nostri sogni circa l'identità in
trasformazione? Ci parlano di maschere, di abiti, dei tanti
nascondimenti in cui ci infiliamo per scivolare dentro le
contraddizioni, possibilmente senza confrontarci. L'inconscio
gioca la sua parte e manda per il mondo ambasciatori sotto
forma di sogni: nelle diverse età della vita veniamo toccate
profondamente dalla necessità di ridefinire l'identità, di
riconoscere i passi del cambiamento, di adeguare l'inconscio
alla realtà e viceversa. L' adolescenza non finisce di
rappresentarsi nel teatro del sogno, al di là del limite di età
biologica. Siamo a rischio, tra un eccesso di fiducia o all'
opposto una diffidenza ostile verso il mondo, dentro maree che
non impariamo mai a prevedere.
Eppure, è per questa " saggia stoltezza" che navighiamo senza
annoiarci e, quando si incontrano- perché ce ne sono - persone
definite " normali", non ci vuole molto a grattare via il cerone
e a scoprire in loro la " normopatia", una sorta di patologia
della normalità, di ansia di adeguamento, di mimesi con
modelli socialmente accettabili. Un' identità rigida, fissa,
immutabile, impensierisce chi si occupa di psiche molto più
dell'identità di chi vive mutamenti e ansie. I genitori" normali"
o le donne " normali " mettono paura: dove avranno nascosto
l'ombra?. Dove avranno congelato la rabbia, l'invidia ?
Sotto il tappeto dei " buoni sentimenti" nascondono il rimosso,
il rifiuto, lo scarto della vita.
Meglio essere consapevoli, vedere con coraggio le indegnità
come le bellezze, stare in mezzo al caos della continua
trasformazione, e stupirsi del mondo, aspettarselo il mondo,
con meraviglia.
Come diceva Cesare Musatti ( Il " grande vecchio "della
psicoanalisi italiana n.d.r ) ogni mattino : " Oh, un'altra
giornata! " . (...)
Lella Ravasi Bellocchio da I sogni delle donne
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