lunedì 9 aprile 2018

MAHLER SUL LETTINO DI FREUD 1

 
 

                    " Voglio prostrarmi davanti a te, riverirti come un idolo sacro" ( A.v. Z. )


(...) Tutti i guai di Gustav Mahler cominciarono il giorno in cui il
      compositore si innamorò di Alma Schindler. Alma era non solo
      la più bella donna di Vienna, ma anche dotata di quel tipo di
      intelligenza che si manifesta nel saper vedere le occasioni e nel
      saperle cogliere al volo. Sua madre, rimasta vedova in ancor
      giovane età, si era risposata con un pittore molto in voga nella
      Vienna fin de siècle, Carl Moll. Il patrigno di Alma frequentava
      il più esclusivo milieu artistico di una città che brillava in tutta
      Europa come faro di cultura e di novità. Letterati, musicisti e
      pittori à la page erano di casa.La fanciulla si invaghì di Gustav
      Klimt. A lui dovette l'emozione del primo bacio, cui seguì la
      prima sciocchezza: descrisse nel suo diario, con parole
      infuocate, tutto il turbamento ricevuto. Klimt, nonostante fosse
      amico di famiglia e presidente della celebre Secessione
      Viennese( di cui Moll era vicepresidente) fu messo alla porta e
      furono troncati immediatamente tutti i rapporti.
      Alma possedeva un discreto talento per la musica e allora, in
      famiglia, si ritenne opportuno assecondarlo. Con qualche
      robusta raccomandazione, l'influente patrigno riuscì a far
      entrare la bellissima figliastra nell'entourage in Wien, detta
      Secessione Musicale, guidata dal guru della musica viennese,
      il celebre direttore d'orchestra Alexander von Zemlinsky,
      tra i cui allievi figuravano i migliori musicisti postwagneriani
      tutti protesi verso la modernità .
      Alma, unica donna ad aver avuto accesso alla celebre Scuola,
      era affascinata da Zemlinsky, dalla cui cultura, dal suo
      magnetismo, dal suo fare trasandato, dai suoi capelli
      perennemente in subbuglio, pur trovandolo - come scrisse nel
      suo diario - un ranocchio schifoso ,uno gnomo orrendo.
      Zemlinsky per lei perse la testa. La inseguiva, la implorava,
      scambiava con lei lettere infuocate, amandola disperatamente
      come l' Unica , con " così tanto da donare, da costringere gli
      altri a mendicare". In una lettera le scrisse:"Voglio prostrarmi
      davanti a te, riverirti come un idolo sacro".  (...)


                 Giovanni Iudica   da     Mahler sul lettino di Freud
     

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