" Voglio prostrarmi davanti a te, riverirti come un idolo sacro" ( A.v. Z. )
(...) Tutti i guai di Gustav Mahler cominciarono il giorno in cui il
compositore si innamorò di Alma Schindler. Alma era non solo
la più bella donna di Vienna, ma anche dotata di quel tipo di
intelligenza che si manifesta nel saper vedere le occasioni e nel
saperle cogliere al volo. Sua madre, rimasta vedova in ancor
giovane età, si era risposata con un pittore molto in voga nella
Vienna fin de siècle, Carl Moll. Il patrigno di Alma frequentava
il più esclusivo milieu artistico di una città che brillava in tutta
Europa come faro di cultura e di novità. Letterati, musicisti e
pittori à la page erano di casa.La fanciulla si invaghì di Gustav
Klimt. A lui dovette l'emozione del primo bacio, cui seguì la
prima sciocchezza: descrisse nel suo diario, con parole
infuocate, tutto il turbamento ricevuto. Klimt, nonostante fosse
amico di famiglia e presidente della celebre Secessione
Viennese( di cui Moll era vicepresidente) fu messo alla porta e
furono troncati immediatamente tutti i rapporti.
Alma possedeva un discreto talento per la musica e allora, in
famiglia, si ritenne opportuno assecondarlo. Con qualche
robusta raccomandazione, l'influente patrigno riuscì a far
entrare la bellissima figliastra nell'entourage in Wien, detta
Secessione Musicale, guidata dal guru della musica viennese,
il celebre direttore d'orchestra Alexander von Zemlinsky,
tra i cui allievi figuravano i migliori musicisti postwagneriani
tutti protesi verso la modernità .
Alma, unica donna ad aver avuto accesso alla celebre Scuola,
era affascinata da Zemlinsky, dalla cui cultura, dal suo
magnetismo, dal suo fare trasandato, dai suoi capelli
perennemente in subbuglio, pur trovandolo - come scrisse nel
suo diario - un ranocchio schifoso ,uno gnomo orrendo.
Zemlinsky per lei perse la testa. La inseguiva, la implorava,
scambiava con lei lettere infuocate, amandola disperatamente
come l' Unica , con " così tanto da donare, da costringere gli
altri a mendicare". In una lettera le scrisse:"Voglio prostrarmi
davanti a te, riverirti come un idolo sacro". (...)
Giovanni Iudica da Mahler sul lettino di Freud
Nessun commento:
Posta un commento