domenica 15 aprile 2018

SOGNI ANTICHI E MODERNI 4


(...) Passarono molti secoli. Alla fine dell' Ottocento e al principio
      del Novecento, Freud e Jung tornarono- come i Greci - ad
      occuparsi soprattutto dei sogni, come se fossero l'unica strada
      per scoprire la verità. Nel 1897 Freud cominciò a scrivere
      L ' Interpretazione dei Sogni con una passione, un furore e un
      invasamento poetico che uno scienziato non avrebbe mai
      conosciuto. Lavorava dieci ore al giorno, poi - la notte, dalle
      undici alle due - restava nello studio a fantasticare, a
      congetturare e interpretare.
      Questo testo è percorso da una fitta serie di citazioni e di
      allusioni letterarie : Sofocle, Virgilio, Goethe, Shakespeare, che
      rivelano come l'immersione onirica risvegliasse il fortissimo
      senso mitico di Freud. Queste citazioni - non  i discorsi e le
      definizioni intellettuali - hanno il compito di descrivere la sua
      intuizione dell'inconscio. Freud scese nelle tenebre, nell'abisso,
      negli Inferi, nel regno dell' Acheronte dove abitavano gli dei
      della notte. Il fatto paradossale è che questa intuizione mitico-
      sacra dell'inconscio resta confinata nelle allusioni letterarie
      del suo testo. Nei sogni che Freud racconta, e che in gran parte
      estrasse dalle sue notti, manca quasi ogni traccia di mito e di
      numinoso: gli innamorati delle grandi fantasie oniriche
      romantiche dovranno cercare altri testi: Jean Paul, Nerval o
      Jung.I sogni di Freud sono composti di microscopici frammenti
      di unità impercettibili, di minime tessere che poi l'inconscio
      incastra tra loro fino a formare un conglomerato ingegnoso.
      Così, leggendo L' interpretazione dei sogni il brivido oscuro
      che ci aveva lasciato il dio della notte, scompare, o viene
      modificato. Il dio dell'inconscio assomiglia a figure che
      incontriamo continuamente nella vita diurna: un tessitore
      davanti al suo telaio, un artigiano che compone mosaici, un
      giocatore di scacchi che calcola i movimenti delle sue pedine e
      persino un cinico truffatore,tanto mente, si maschera ed è privo
      di scrupoli. La sua attività è formale e combinatoria: mentre
      Freud lo spia, eccolo lì che lucidamente, geometricamente e
      con una regolarità e precisione da orologio, occulta, omette,
      condensa, traduce, deforma, trasforma, sposta.
      Che il tremendo dio dell' Acheronte si comporti come un
      meticoloso artigiano, questa è la grande scoperta che Freud
      insegnò al secolo che inaugurava. (...)


              Pietro  Citati    da    Sogni antichi e moderni
     

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