domenica 15 aprile 2018

SOGNI ANTICHI E MODERNI 2



(...) Credo che il sogno più bello della letteratura greca e
      occidentale sia quello di Achille: nel ventitreesimo libro dell'
      Iliade. Achille stava disteso sulla riva del mare, in un punto
      sgombro da navi e gemeva dal profondo del petto. Quando il
      sonno lo prese, lo avvolse dolcemente, sciogliendo le pene del 
      suo cuore  delle sue membra. All'improvviso gli apparve l'
      ombra di Patroclo , simile a lui in tutte le cose: la statura, gli
      occhi bellissimi, la voce, gli abiti.Come fanno i sogni,gli rimase
      sospeso sopra la testa, poi prese a parlargli:" Tu dormi, Achille
      e ti dimentichi di me. Non ti scordavi di me quando ero vivo,ma
      ora che sono morto ti scordi di me. Sono disteso fuori dal
      portale dell' Ade e le altre ombre non mi permettono di unirmi
      a loro oltre il fiume. Dammi sepoltura al più presto, in modo
      che anch'io possa passare. Quando mi avrai onorato col fuoco,
      non tornerò più dall' Ade. Mi ha ghermito la morte odiosa e
      non staremo mai più insieme,appartandoci dai nostri compagni
      a discutere piani e progetti, come quello di conquistare Troia
      da soli. Presto la morte afferrerà anche te per mano di un dio
      e di un troiano.
     " Ma ti prego di un'altra cosa", continuò l'ombra di Patroclo.
     " Siamo cresciuti sin da bambini nella stessa casa, dove mi
        ospitò tuo padre, Peleo: e tu non mettere le tue ossa divise
       dalle mie; la stessa anfora d'oro, quella che ti ha dato tua
       madre, accolga insieme le nostre ossa". Di rimando gli disse
       Achille:" Certo io farò tutto per te e mi comporterò come
       desideri. Ma avvicinati a me. Abbracciami almeno per un
       istante, gustiamo insieme il piacere del piatto amaro".
       Achille distese le braccia attorno all'ombra di Patroclo, ma
       non potè stringerla al petto: il mondo dei vivi è totalmente
       diverso quello dei morti: noi non possiamo abbracciare le
       persone morte che amiamo, come apprenderà anche Ulisse
       nell' Ade, cercando inutilmente di stringere a sé lo spettro
       della madre. Stridendo, l'ombra di Patroclo discese come
       fumo sotto la terra.
       Achille si svegliò stupito, battè le mani una contro l'altra e
       disse: " Ah, ma esiste anche nell' Ade l'ombra e la parvenza.
       Ma non è vita. Tutta la notte mi è stata accanto l'ombra di
       Patroclo in tutto simile a lui: gemeva e piangeva, e mi ha
       comandato molte cose una per una".
       Così finiscono spesso i sogni ,nel momento culminante, con
       un desiderio incompiuto, nel passaggio dal sonno alla veglia.
       L'immagine di Patroclo è certo un sogno, ma è al tempo stesso
       una realtà oggettiva, un'ombra insepolta presso le porte dell'
       Ade, che viene risospinta dal mondo dei vivi a quello dei morti.
       Non possiamo dire se l'immagine di Patroclo svanisca perché
       Achille si sveglia o fugga via perché l'apertura che connette i
       vivi e i morti si è improvvisamente chiusa per qualche
       misteriosa ragione. (...)


                  
                 Pietro  Citati   da       Sogni antichi e moderni 
         

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