Giorgione - La tempesta
La tempesta di primavera ha sconvolto
l'ombrello del salice,
al turbine d'aprile
s'è impigliato nell'orto il vello d'oro
che nasconde i miei morti,
i miei cani fidati, le mie vecchie
serve - quanti da allora
( quando il salice era biondo e io ne stroncavo
le anella con la fionda ) son calati,
vivi, nel trabocchetto. La tempesta
li riunirà certo sotto quel tetto
di prima, ma lontano, più lontano
di questa terra folgorata dove
bollono calca e sangue nell'impronta
del piede umano. Fuma il ramaiolo
in cucina, un suo tondo di riflessi
accentra i volti ossuti, i musi aguzzi
e li protegge in fondo la magnolia
se un soffio ve la getta. La tempesta
primaverile scuote d'un latrato
di fedeltà la mia arca, o perduti.
Eugenio Montale da Tutte le poesie
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