.... che prima o poi ci aspetta tutti al varco col suo carico di sofferenza, di crudeltà e di morte che sono sempre gli stessi...
Dopo lo sdegno, il pianto, lo spavento
del cielo e della terra
dopo le parole solidali, le promesse
di bocche ben nutrite
il mondo sta a guardare. Dopo il pianto
la rabbia nel dolore
dopo i bambini separati
e persi, dopo gli andati, dopo
chi è rimasto, si domanda il da farsi
l'occidente. Dopo l'ultimo volo del ragazzo
che avrebbe avuto la vita davanti
e l'ha lasciata indietro
a precipizio caduta dall'ala
come cencio nel vento.
***
Popolo in fuga non ha
terra promessa. Dopo l'assalto
e dopo la caduta
sotto i colpi precisi del terrore
dopo lo scempio a strappo delle viscere
resta un avanzo molle
alla resa dei conti.
Dopo aver detto
ciò che si doveva a questa parte
il cuore spaesato, fuorimondo
guarda se stesso incerto
per il tempo scaduto.
***
Le cene si spartiscono la Terra
meglio davanti al mare
sotto un cielo velato come donne afghane.
Una tovaglia a scacchi per il pane
sul tavolo, un sorso per la vita
e per la morte. Tocca a chi tocca
la prima mossa.
***
Di venerdì raccolta la preghiera
come non fosse guerra, occupazione.
Religioso silenzio genuflesso
dei mitra. Dopo gli spari al cielo
e sulla folla, dopo la scia di sangue
sulle nuvole. Dopo la dispersione
dei ventiquattro mesi di Malika
ricomposti contati gli avanzi
con l'aiuto di dio.
Maria Gabriella Canfarelli da I giorni dopo ( Dalla raccolta inedita " Dalla fossa terrestre " )
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