E' talmente notte che prendo fiato
" Questo libro nasce da una sfida. Queste poesie sono state scritte in un mese: perciò Lunario. La sfida è quella tra me e la mia psichiatra che insiste - dato il brutto periodo che stiamo vivendo dovuto al Covid e visto che molti pazienti hanno riperso il senno - nel somministrare ulteriori psicofarmaci. All'ultimo colloquio mensile, al suo : " Ci vogliono più farmaci", io ebbe a controbattere : " Ci vuole più poesia! " . Ed eccoci qui. Dopo molti anni di silenzio, di non scrittura, di blocco, ecco nato un nuovo lavoro. Scritto perlopiù nelle ultime ore della notte, in quel buio mattutino dell'inverno che ti fa rimpiangere il sole che si leva presto nella bella stagione. Sono trentuno poesie, come i giorni del mese, o un ciclo della luna". ( S. A. )
Tanto da piangere
che resta? La soma
e due dita di minestra?
Il vagito del latte sversato?
Tu che soffochi nel divano?
O un abaco per il conto di via
di questa disgraziata epidemia?
***
La notte sbraita d'amore
in un cuore
tenuto assieme dal suffragio
e la cenere cova
cumuli di ti amo
pronti a ricevere un boato.
***
Prima di mettermi in viaggio
ti lascio un bacio sotto la porta.
Perché ogni freddo si smorza
al tocco tiepido della tua bocca.
***
Cos'è l'amore?
Vivere al tocco più alto
di una prossimità senza errore.
***
E di fronte a un'altra morte
taci e scacci gli occhi
come il pane che non ha visto il sale.
***
Spregiudicato Novembre
collezione d'ossa, a noi
che resta di questa scommessa?
Se non guardarti le spalle
mentre con i guanti
uccidi i morti e sollevi i santi?
***
E' talmente notte che prendo fiato.
Nel frattempo buio di significato
sento qualcuno che sale le scale
e bussa con forza alla porta
del mio cuore disordinato.
Sebastiano Adernò da Lunario
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