giovedì 7 aprile 2022

ULTIME CARTOLINE DAL TUO SILENZIO



                                               Mi sento come una vela assetata di vento...



Il nuovo libro di poesia di Stefano Simoncelli " Sotto falso nome" è dedicato paradossalmente a pochi intimi ed è strutturato in cinque sezioni di cui l'ultima, tripartita a sua volta ,ha il respiro e l'estensione di un intero libro - confidenziale e profondo - che si intitola " Ultime cartoline dal tuo silenzio" e porta in esergo un rimando a una raccolta di Don Winslow, " Sunset" : nessuno che non abbia perso un coniuge di cui era innamorato, conosce il vero senso della parola " crepacuore". E da questo libro nel libro, le cinque poesia presentate qui.




Ho preso appunti con la matita

su una tua camicetta azzurra

cui mancano due bottoni.


Forse li avevo strappati 

in uno dei miei impeti

non so se d'amore o rabbia


e ho tirato un'altra volta l'alba

in un punto che non ha ritorno.

Mi trovo ancora lì e ti aspetto.



                                                 ***



Che cosa posso dirti che tu non sappia?

Niente, se non crepacuore e brividi

nell'estate più lunga di sempre,


torrida, irrespirabile, piena di gente

che prende d'assalto i caffè e i ristoranti

dove non trovo mai un tavolo a cui sedermi.


Sai che cosa succede in questi tempi difficili

e come sia sempre fuori posto e assediato.

E' diventato un porto terminale questo


dove non partono barche per la pesca

ma arrivano burrasche e acque alte

e io che qui ho imparato la lingua


morta degli addii mi sento come una vela

assetata di vento in una bonaccia piatta.



                                                        ***


E' come se guardassi gli anni

dietro un vetro smerigliato,

opaco o rigato di pioggia,


sempre più indistinguibili, confusi

ma è rimasta intatta nella mia memoria

ogni giorno più provvisoria, la tua comparsa


nella vestaglia di seta viola aperta sulle gambe

slanciate, eleganti, le caviglie impareggiabili,

mentre salivi le ripide scale di questa casa


a due piani ( " da vecchi la malediremo" 

imprecavi ) per venirmi a trovare.

E' questa la scena che rivedo


nelle notti insonni solitarie.



                                             ***


Mi fa visita a volte la paura

di non arrivare alla porta

e chiamare qualcuno


che mi venga in soccorso qui

dove anche le ombre sono scomparse

dietro alla tua sui muri che si sbrecciano


e nella tenacia con cui mi perdo su piste

sbagliate, in percorsi pieni di nebbia

che finiscono in mare e labirinti


come quello prima dell'alba

tra invalicabili pareti di mais

dove , a ogni curva, respiravo


il tuo profumo buono, caldo,

leggero, che mi precedeva

e guidava verso l'uscita


che non potevo vedere,

ma prendevo d'infilata

come un colpo di vento


mentre la paura svaniva.



                                          ***


Le prime luce dell'alba sul canale,

figure audaci, contegni ambigui

e inutili rincorse soffocanti


ai confini dei vicoli ciechi

fino alla nostra porta spalancata.

Sono anni che faccio tutto il possibile


per tenerti qualche momento in vita,

ma non è abbastanza. La verità è

che ormai non basta più niente


e scelgo sempre il modo peggiore,

il più frenetico o paralizzante

per non trovare mai pace.




                      Stefano Simoncelli   da    Sotto falso nome



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