lunedì 4 aprile 2022

CERASA ( La collina dei ciliegi )

 


                                                   Il tuo silenzio fa tremare tutto il frutteto...





CERASA, SOLE NERO


Il sole nero delle cerase,

sangue portato alla bocca

ancora e sempre

con il tempo che passa,

il tempo passato

sul volto e sul libro delle mani.

Ci si guarda di colpo le dita,

portando il frutto alla bocca :

si cerca la propria luce.

Speriamo in un riflesso, uno solo

sul liscio della pelle.

E' la nostra? E' la sua?

Il tuo silenzio fa tremare tutto il frutteto.

La notte si fa polpa

il sole s'è fermato sul suo ramo.

Nell'erba dormiamo con un occhio solo,

avvolti su noi stessi, in noi,

nocciolo! Cellula!

Tenero ricordo sotto il dente

della memoria.

Insieme, siamo questo sole nero

friabile nel becco giallo del merlo.



                                                 ***


Siamo noi questo frutto maturo

sotto l'accordo perfetto delle tue dita.

Viaggio di silenzio e pioggia sotto la scorza,

il corpo e le sue menzogne.

Cerasa, il vento porta il messaggio delle foglie,

lo sillaba e lo svela.

Una volta ancora accarezzi il silenzio,

culli i suoi non detti davanti alla finestra.

Tutto freme e freme ancora

fin quando non appare

l'ombra del gatto,

e questa vita che ci scappa

come un frutto caduto da un ramo.



                                                  ***


Cerasa, in te tutto perdura

dal nitore all'oscurità densa

delle stelle spente.

Sale un pianto,

promessa di una pioggia incombente,

di un futuro rattrappito?

Ti guardo. Ti muovi lenta,

ti sfiora il vento, finestra aperta,

scrittura di veli e sipari,

traccia nell'aria di una lettera d'amore!

Un'altra storia,

un racconto che ignoro

prima di vestire il tuo corpo d'aurora.

Lecco le tue dita

poi scendo fino alla fragile cesura del polso,

la tua poesia mi sonnecchia al fianco.

Tutta intera si stenderà fino alla notte, profonda.



                                                  ***


Per paura di perderle,

perché così vanno le cose,

la notte si compie sempre

al di là delle braccia che l'avvolgono.

Si dissolve e noi pure

nell'alba, l'aurora,

il suo nome sciolto dolce nella tua ombra

in un'unica menzogna, Cerasa.

Ti guardo e c'è solo il riflesso di un frutto

nello specchio corroso.



                                                ***


Desiderio, preludio, la nostra storia inizia per non finire più

termina per rinascere nelle siepi vive

dei nostri giorni condivisi,

delle nostre notti sfuggite da un unico grido.

Urlo il tuo nome, Cerasa, me ne rendi l'eco

e noi siamo insieme nell'istante che lo porta.

Certo, non è Cerasa il tuo cognome.

Il tuo nome è quello della donna che amo,

ma continuerò a chiamarti

Cerasa Sole nero

per il gusto dei contrari e dei loro opposti

perché spesso l'orizzonte si rovescia

nel farsi presenza - allora -

la parola di poeta amoreggia col tuo corpo

e il gusto me ne resta sulle labbra,

quello che ritrovo, per perderlo

come il verme che mi si posa sulla lingua,

fragilità di lucciola che dilegua

nell'aria del frutteto, Cerasa,

prima che tutto si dissolva

nell'oro grezzo di un sole nero.




        Jean - Claude  Tardif     Inediti    Trad. di Stefano Sem



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