sabato 9 aprile 2022

LO SCIALLE DI ANNINA




                                                       Masa Feszty -  Ritratto di ragazza





ULTIMA PREGHIERA


Anima mia, fa' in fretta.

Ti presto la bicicletta,

ma corri. E con la gente

( ti prego, sii prudente )

non ti fermare a parlare

smettendo di pedalare.


Arriverai a Livorno

- vedrai - prima di giorno.

Non ci sarà nessuno

ancora, ma uno

per uno guarda chi esce

da ogni portone, e aspetta

( mentre odora di pesce

e di notte il selciato )

la figurina netta,

nel buio, volta al mercato.


Io so che non potrà tardare

oltre quel primo albeggiare.

Pedala, vola. E bada

( un nulla potrebbe bastare )

di non lasciarti sviare

da un'altra, sulla stessa strada.


Livorno, come aggiorna,

col vento una torma

popola di ragazze

aperte come le sue piazze.

Ragazze grandi e vive

ma, attenta! , così sensitive

di reni ( ragazze che hanno,

- si dice - una dolcezza

tale nel petto, e tale

energia nella stretta )

che, se dovessi arrivare

col bianco vento che fanno,

so bene che andrebbe a finire

che ti lasceresti rapire.


Mia anima, non aspettare,

no, il loro apparire.

Faresti così fallire

con dolore il mio piano,

e io un'altra volta Annina,

di tutte la più mattutina,

vedrei anche a te sfuggita,

ahimè, come già alla vita.


Ricordati perché ti mando:

altro non ti raccomando.

Ricordati che ti dovrà apparire

prima di giorno, e spia

( giacché non so più come,

ho scordato il portone )

da un capo all'altro la via,

da Cors'Amedeo al Cisternone.


Porterà uno scialletto 

nero, e una gonna verde.

Terrà  stretto al petto

il borsellino, e d'erbe

già sapendo e di mare

rinfrescato il mattino,

non ti potrai sbagliare

vedendola attraversare.


Seguila prudentemente

- allora - e con la mente

all'erta. E, circospetta,

buttata la sigaretta,

accostati a lei soltanto,

anima, quando il mio pianto

sentirai che di piombo

è diventato in fondo

al mio cuore lontano.


Anche se io, così vecchio,

non potrò darti mano,

tu mormorale all'orecchio

( più lieve del mio sospiro,

messole un braccio in giro

alla vita ) in un soffio

ciò ch'io e il mio rimorso,

pur parlassimo piano,

non le potremmo mai dire,

senza vederla arrossire.


Dille chi ti ha mandato:

suo figlio, il suo fidanzato.

D'altro non ti richiedo.

Poi, va' pure in congedo.




                 Giorgio Caproni   da    Tutte le poesie



Nessun commento:

Posta un commento