lunedì 25 aprile 2022

IL NOVANTESIMO GRADO DI ROSSELLA



                                                         Piet Mondrian - Giallobus

                                           


" Autrici come Rossella Maiore Tamponi rientrano in quella ristretta categoria di poeti che non amano apparire all'interno del " circuito" mediatico. Fuori dai social, fuori dalla strisciante ansia dello " scriversi addosso" e dalla fioriture neoretoriche e stilistiche : l'autrice predilige al contrario i tempi lunghi di scrittura e la ricerca appartata. Rispetto alla precedente raccolta " Le camere attigue ", ne " Il novantesimo grado" vi è un'evoluzione in termini di astrazione : la struttura poetica portante diviene lineare e bidimensionale, poggiata ad arte sull'opera concettuale di Mondrian. L' esigenza sembra essere, in ogni modo, quella di dare una sorta di equilibratura agli slanci emozionali della poeta, un ordine alle proprie pulsioni vitali : un controllo che tende - come nelle intenzioni del neoplasticismo - al raggiungimento di una sostanziale purezza : da qui le linee dritte contrapposte alle oblique e gli angoli retti per la giusta riquadratura della rappresentazione esistenziale ".  ( N. Iacovella )





 IL PUNTO


L'istante dove siamo - il punto -

ha la voce di Euclide

declina un luogo senza parti

senza dimensioni o grandezze

e quindi smisurato.

C'è solo un corso degli eventi

fra le infinite rette

che il punto lo possono varcare.

( Come i bambini che rimangono a casa

dietro i vetri in un giorno di pieno sole

rimpianti e vagheggiati dalla luce ).



                                           ***


POESIA TRASVERSALE


A volte tutto muore nella sua corolla.

L' amore ha predato ancora come una bestia.

A volte uccide chi ama prima di appassire.



                                         ***


Saranno angoli retti dello sguardo

a sorreggere il tempio e la casa

per sempre i cardini delle aperture, gli incontri.

Il corpo mio il tuo

il braccio teso per la mano aperta.

Le linee della vita che si toccano.



                                         ***


Resta ormai

non hai più dove andare

ma credi di portare

la linea della vita oltre

le nostre quattro mani.

Non è questo

abbuffarsi della vita

la sorpresa di dio.

E' solo la tua intraducibile parola

che ascolto, e rimani.



                                         ***


Le linee più elevate

congiungono le stelle

di ogni pace urbana.

In fondo queste luci

non hanno che i miei cinquant'anni.


Ed è il valico pronto

un deposito di lapidi mancate

una semina di fari di lampione.

La civiltà si riaggancia alla luce

come può.




                 Rossella  Maiore Tamponi   da   Il novantesimo grado



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