" Autrici come Rossella Maiore Tamponi rientrano in quella ristretta categoria di poeti che non amano apparire all'interno del " circuito" mediatico. Fuori dai social, fuori dalla strisciante ansia dello " scriversi addosso" e dalla fioriture neoretoriche e stilistiche : l'autrice predilige al contrario i tempi lunghi di scrittura e la ricerca appartata. Rispetto alla precedente raccolta " Le camere attigue ", ne " Il novantesimo grado" vi è un'evoluzione in termini di astrazione : la struttura poetica portante diviene lineare e bidimensionale, poggiata ad arte sull'opera concettuale di Mondrian. L' esigenza sembra essere, in ogni modo, quella di dare una sorta di equilibratura agli slanci emozionali della poeta, un ordine alle proprie pulsioni vitali : un controllo che tende - come nelle intenzioni del neoplasticismo - al raggiungimento di una sostanziale purezza : da qui le linee dritte contrapposte alle oblique e gli angoli retti per la giusta riquadratura della rappresentazione esistenziale ". ( N. Iacovella )
IL PUNTO
L'istante dove siamo - il punto -
ha la voce di Euclide
declina un luogo senza parti
senza dimensioni o grandezze
e quindi smisurato.
C'è solo un corso degli eventi
fra le infinite rette
che il punto lo possono varcare.
( Come i bambini che rimangono a casa
dietro i vetri in un giorno di pieno sole
rimpianti e vagheggiati dalla luce ).
***
POESIA TRASVERSALE
A volte tutto muore nella sua corolla.
L' amore ha predato ancora come una bestia.
A volte uccide chi ama prima di appassire.
***
Saranno angoli retti dello sguardo
a sorreggere il tempio e la casa
per sempre i cardini delle aperture, gli incontri.
Il corpo mio il tuo
il braccio teso per la mano aperta.
Le linee della vita che si toccano.
***
Resta ormai
non hai più dove andare
ma credi di portare
la linea della vita oltre
le nostre quattro mani.
Non è questo
abbuffarsi della vita
la sorpresa di dio.
E' solo la tua intraducibile parola
che ascolto, e rimani.
***
Le linee più elevate
congiungono le stelle
di ogni pace urbana.
In fondo queste luci
non hanno che i miei cinquant'anni.
Ed è il valico pronto
un deposito di lapidi mancate
una semina di fari di lampione.
La civiltà si riaggancia alla luce
come può.
Rossella Maiore Tamponi da Il novantesimo grado
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