In mezzo agli altri, pubblica felicità...
Ci sono libri di poesia che vogliono esprimere sentimenti, altri che vogliono trasportare nelle regioni del bello. Le poesie di Adrienne Rich vanno dritte al cuore delle cose e ti fanno vedere la realtà come se prima tu non avessi avuto occhi. Competono con tutte le altre scienze nell'interpretare meglio e prima i fenomeni che ci avvengono dentro, ma soprattutto - quando smetti di girare le pagine e spegni la luce - ti accorgi che ti hanno cambiata. Quello che è straordinario è come possano parlare dell'interno analizzando l'esterno o dell'esterno sprofondandosi all'interno. Finalmente ci si sente in relazione con il cosmo, con gli altri e con il sé.
MEMORIZZA QUESTO
Arrotolo una ciocca dei tuoi capelli
alle dita, la lascio cadere
sul cuscino, la porto alle narici,
respiro il tuo corpo intero.
Dormire con te dopo
settimane di separazione, com'è normale,
eppure dopo mezzanotte
voltarmi e passare il braccio
lungo la tua coscia
rannicchiata nel sonno,
che fragile meraviglia.
***
TERZA RIMA
Era quella la giovinezza? Quello zaffiro
spendente sulla neve
un'ora precisa
a Central Park, quell'odore
sul marciapiede e il davanzale
fresco e intatto
la pace e il dramma della tempesta
sopra la città
pubblica intimità
in attesa
nella piccola copisteria appannata
piste di fango sul parquet
poi tremante, inebriata
nel crepuscolo
alla fermata del tram, in mezzo agli altri, pubblica felicità.
***
7
Non è il déjà vu che uccide
è la preveggenza
la testa che parla dal cratere.
Volevo andare dove
il cervello non fosse andato ancora
non volevo starci
così sola.
***
3
Non ho mai confidato che la speranza prendesse
forma piena durante la mia vita: non sono mai stata così ottimista
da credere che vecchie ferite potessero tramutarsi facilmente
grazie ad un singolo evento o a un'idea: mai
così incosciente da ignorare il contagio controllato
dell'ignoranza le discontinuità artificiose
la destituzione di capi e futuri capi
la patetica esaltazione dei profeti.
Ma credevo di cospirare. respirare al ritmo
sistole - diastole della storia
ventimila leghe sotto il mare un mammifero battito cardiaco
che custodiva un altro battito
si slanciava dalle Farallon fino a Baia
mandava qua e là i soffi di un segnale
e a volte si arenava
alla ricerca di acque più calde
dove partorire il nuovo: anche se lontano dai miei occhi.
***
VOLPE
Avevo bisogno forte di volpe bisogno forte
di pelo, da molto tempo nessuna mi avvicinava.
Avevo bisogno di riconoscimento
da un volto triangolato occhi gialli di stoppia
che fronteggiano un corpo lungo, la fiera coda sacrificale.
Avevo bisogno di storia di rovi leggenda di volpe che corre tra i rovi.
Volevo volpe.
E la verità dei rovi che aveva dovuto attraversare.
Avevo voglia di sentire se le mani scorrevano sulla pelliccia o se il suo
corpo poteva discorrere attraverso le mani irte verità che stressano la superficie del pelo
pelle strappata che accusa la leggenda
coraggio di volpe in parola di volpe.
Per un animale umano la richiesta d' aiuto
di un altro animale
è il grido più straziante e rivoltoso della terra
è una discesa ripida.
Tornare tanto indietro vale lacerarsi e lacerare senza fine e da subito
tanto indietro, scappa dalla bocca
del grido neonato del non ancora nato
il non ancora donna partorito da una femmina.
Adrienne Rich da La guida nel labirinto
Bello il tuo blog!
RispondiEliminaGrazie e.... benvenuto!
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