lunedì 21 febbraio 2022

LA GUIDA NEL LABIRINTO DI ADRIENNE

 


                                                      In mezzo agli altri, pubblica felicità...




Ci sono libri di poesia che vogliono esprimere sentimenti, altri che vogliono trasportare nelle regioni del bello. Le poesie di Adrienne Rich vanno dritte al cuore delle cose e ti fanno vedere la realtà come se prima tu non avessi avuto occhi. Competono con tutte le altre scienze nell'interpretare meglio e prima i fenomeni che ci avvengono dentro, ma soprattutto - quando smetti di girare le pagine e spegni la luce - ti accorgi che ti hanno cambiata. Quello che è straordinario è come possano parlare dell'interno analizzando l'esterno o dell'esterno sprofondandosi all'interno. Finalmente ci si sente in relazione con il cosmo, con gli altri e con il sé.





MEMORIZZA QUESTO



Arrotolo una ciocca dei tuoi capelli

alle dita, la lascio cadere

sul cuscino, la porto alle narici,

respiro il tuo corpo intero.


Dormire con te dopo

settimane di separazione, com'è normale,

eppure dopo mezzanotte

voltarmi e passare il braccio

lungo la tua coscia

rannicchiata nel sonno,

che fragile meraviglia.



                                           ***


TERZA RIMA


Era quella la giovinezza? Quello zaffiro

spendente sulla neve

un'ora precisa


a Central Park, quell'odore

sul marciapiede e il davanzale

fresco e intatto


la pace e il dramma della tempesta

sopra la città

pubblica intimità

in attesa

nella piccola copisteria appannata

piste di fango sul parquet


poi tremante, inebriata

nel crepuscolo

alla fermata del tram, in mezzo agli altri, pubblica felicità.



                                           ***


7


Non è il déjà vu che uccide

è la preveggenza

la testa che parla dal cratere.


Volevo andare dove

il cervello non fosse andato ancora

non volevo starci

così sola.



                                                 ***


3


Non ho mai confidato che la speranza prendesse

forma piena durante la mia vita: non sono mai stata così ottimista

da credere che vecchie ferite potessero tramutarsi facilmente

grazie ad un singolo evento o a un'idea: mai

così incosciente da ignorare il contagio controllato

dell'ignoranza le discontinuità artificiose

la destituzione di capi e futuri capi

la patetica esaltazione dei profeti.


Ma credevo di cospirare. respirare al ritmo

sistole - diastole della storia

ventimila leghe sotto il mare un mammifero battito cardiaco

che custodiva un altro battito

si slanciava dalle Farallon fino a Baia

mandava qua e là i soffi di un segnale

e a volte si arenava

alla ricerca di acque più calde

dove partorire il nuovo: anche se lontano dai miei occhi.



                                   ***


VOLPE


Avevo bisogno forte di volpe    bisogno forte

di pelo, da molto tempo nessuna mi avvicinava.

Avevo bisogno di riconoscimento

da un volto triangolato    occhi gialli di stoppia

che fronteggiano un corpo lungo, la fiera coda sacrificale.

Avevo bisogno di storia di rovi      leggenda di volpe che corre tra i rovi.

Volevo volpe.


E la verità dei rovi che aveva dovuto attraversare.

Avevo voglia di sentire se le mani scorrevano sulla pelliccia o se il suo

corpo poteva discorrere attraverso le mani   irte verità che stressano la superficie del pelo

pelle strappata che accusa la leggenda

coraggio di volpe in parola di volpe.


Per un animale umano la richiesta d' aiuto

di un altro animale

è il grido più straziante e rivoltoso della terra

è una discesa ripida.

Tornare tanto indietro vale lacerarsi e lacerare    senza fine e da subito

tanto indietro, scappa dalla bocca

del grido neonato del non ancora nato

il non ancora donna partorito        da una femmina.




                        Adrienne  Rich   da      La guida nel labirinto



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