Joaquin Sorolla - Estate, 1904
le sento sulla soglia di un sentiero di sale
incerta vena tra i rovi battuti dai passi.
Il sole cade pesante sugli arbusti
semina inganni con briciole di sole
nel frinire che sfinisce il cammino
la ferocia dell'ombra mi attraversa
con un monito pungente di mirto.
Il rombo silenzioso dell'acqua sale
forse porta agli inferi, forse al mare.
***
C' è quel lenzuolo che gioca
a fare la vela tirata dal vento
tende al mare fibre bianche d'alcova
e quella maglia da educande che freme
tutta sfrenata nella danza s'avvolge
alla corda da amante consumata
e c'è una donna appoggiata alla ringhiera
che sorride al vento che spariglia.
***
Eppure i momenti migliori sono quelli
in cui annuso il mondo come un cane
cammino e sono nelle gambe
in attesa di una gioia conosciuta
quella svolta che improvvisa s'apre al mare
col ferro del porto che sale
in rette e poligoni brillanti.
Cammino con gli occhi sazi
come chi non cerca niente
solo l'occasione di un altro passo avanti.
Antonella Sica Inediti
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