lunedì 7 febbraio 2022

IL PIU' PURO DEI POETI

 


                                              Non sarò neppure capace di invecchiare...





Roberto Rebora, nipote poco conosciuto del più famoso Clemente, esordì in campo poetico nel 1932 con una poesia " Circoli", collaborando poi a riviste letteraie e facendo recensioni e critiche per il teatro. Dal 1935 al ' 36 fu in Abissinia e in seguito, richiamato alle armi ( dopo l'8 Settembre del 1943 ), fu internato in vari campi di concentramento per aver combattuto contro i Tedeschi. Al ritorno prese ad occuparsi di teatro e di critica letteraria, pubblicando nel tempo varie raccolte poetiche ,ma senza entrare a far parte - tuttavia - di Circoli letterari di moda, inseguendo unicamente  il suo itinerario interiore fatto di straordinaria pulizia e di riservatezza. Si spense a Milano nel 1992, in assoluta povertà, aiutato da pochi amici. I benefici della legge Bacchelli arrivarono tardi, concessi appena pochi mesi prima della sua morte. Il suo essere appartato non giovò alla conoscenza della sua poesia, tuttavia alla sua morte, Carlo Bo scrisse di lui sul " Corriere della Sera " ( 1/3/ 1992) : " E' morto il più puro dei poeti dell' Italia di questo secolo".





VERITA', 1963


E' una vita di pochi giorni

l'ho incontrata sul filo dell'aria

svoltando da una piazza solitaria

in un  vicolo di misteri.


Misterioso semplicemente

mentre l'aria lo stava pulendo

lungo le pareti risalendo

con una gioia repente.


Non c'era nessuno nel vicolo

la gente si era dispersa

ma quell' aria non era persa

che nasceva con tanto impeto.


Era un vicolo misterioso

 perché la vita vi appariva

era deserto e non moriva

accanto al mondo furioso.


Su quelle pietre voglio passare

e godere l'aria fina

non c'è bisogno di scrutare

il nero specchio dell'indovina.


L'indovina non vede nulla

solo un'immagine indecorosa

la sua bocca polverosa

definitivamente murata.



                                            ***


FRA POCO, 1990


Fra poco basta

e sarà allora

come lo spazio

inseguito per anni

con una parola

nascosta nella foglia

che si stacca

all'improvviso

e gira nell'aria

ancora incerta

nei suoi movimenti

contrari.



                                               ***


SE MI CHIEDONO, 1986


Se mi chiedono perché

ho molte parole per la risposta

ma di suono affaticato

o sono parole isolate

che non trovano l'altra...


Come chi improvvisamente

spalanca la porta e non riconosce nulla

se non l'invito ad avanzare

su un terreno troppo silenzioso...


oggi è così

come sempre del resto

e allora raccolgo l'invito

del vecchio e vedo una strada

la vedo proprio con il suo carico

di lontananze e con le tracce

di chi è passato.



                                                   ***


APPUNTO 2, 1986


Un nome che si avventura

tra le foglie e si districa

via nello spazio


una strada di verbi

di qualche aggettivo

di attese


una voce sola che accarezza

e non cede.



                                          ***



AIUTO, 1986


Aiuto aiutare aiutato

qualcuno  mi...

non credo che i richiami

abbiano voce


aiuterò ( sarò aiutato )

con il muto pensiero

dentro la mano

che sostiene o accarezza


l'aiuto non ha sillabe

lo si coglie con gli occhi

apparendo in una nebbia striata

che ferma ciò che per qualche attimo

è sembrato svanire

nella nebbia.



                                                      ***


FRA QUALCHE TEMPO, 1991


Fra qualche tempo

ore anni minuti

non sarò neppure 

capace di invecchiare

ma quanto rimarrà in me

non vorrà avere età

per svanire

con qualche vanto

o pianto

di propositi perduti


ma vorrà forse mostrarsi

con il male e il bene

da mettere a confronto

e un rimpianto solo

là in fondo

un puntino luminoso

che continuerà a brillare

dentro le ombre.




                               Roberto Rebora   da   Poesie, 1932 - 1991



4 commenti:

  1. ... e almeno un rimpianto, anche uno solo, deve continuare a brillare laggiù in fondo, dentro le ombre, a ricordarci ciò che poteva essere o una porta aperta su quello che potrà.

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  2. E' vero: le anime " pure", quelle che non hanno mercificato i loro talenti; quelli che non sono mai stati presi dalla smania di apparire ; quelli che non hanno bussato a mille porte per costruirsi una fama nel mondo e una gloria postuma, hanno diritto almeno ad avere un ricordo e ad un rimpianto ... per l'esempio di profonda dignità che ci hanno trasmesso.
    Che riposino in pace.

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  3. Non conoscevo
    Non sarò neppure capace d'invecchiare è davvero bello
    Come tutta la poesia

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  4. Infatti ( come ho scritto nella presentazione ) i suoi ultimi anni furono davvero duri. Sono contenta che questo spazio possa qualche volta rappresentare un'alternativa e uno strumento ( pur con tutti i limiti ) di conoscenza...
    E a te, grazie per la presenza.

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