Nel silenzio delle sillabe riconosco
quel tratto d'inverno che ci vide orfani
e non seppe parlare per tanto tempo.
La Siberia ci attraversa ancora
ma nessuno rivendica la storia
il destino sembra dietro l'angolo.
Neanche oggi verrà la neve
siamo solo a metà Novembre
e il freddo ha la pelle spessa.
***
Fai come gli abbracci la mattina presto
quando si congedano dal sogno
e le mani scolpiscono l'aria
senza alcun rimprovero
perché poi restano le periferie
da abbeverare con gli occhi.
La tua voce tarda
nei rintocchi della sera.
***
Non sarà lo sguardo a soccombere
ma la via procede al balzi
annuncia per prima lo scavo
resiste alla prova del cielo
che ogni mattina rotola albe
sul campo più distante.
La finestra sposa la notte
ripara tracce
perché ha confidenza
si cuce il mondo addosso.
***
Cresce il marmo
a poca distanza dall'inverno
manca l'aria
a chi sposa radici
senza sostenere il cielo
alla finestra passano alberi
hanno la primavera sottobraccio.
***
Alcuni mandano all'aria infanzie
felici riempiono i balconi
di parole annodate
sono fiori senza gambo.
Se ami le altezze
procurati un manuale
di arrampicata sugli alberi
non darti troppo peso
affidati all'ombra
già cresce nel cortile di casa.
Giancarlo Stoccoro da Il tempo cucito delle parole
Nessun commento:
Posta un commento