giovedì 17 febbraio 2022

INSEGNAMENTI ( Abdellatif Laabi )

 



                                                                  Abdellatif  Laabi







TRASPARENZA


Vi invito alla trasparenza

vi invito all'istante di verità.

Che vale una vita come la nostra

vi chiedo.

Osservate l'infinito delle costellazioni

osservate il lungo cammino

della nostra specie intelligente

immergetevi nel dedalo senza uscita

dell'uomo

ma meditate infine

fermate la macchina infernale

dell'accumulazione

infrangete il tempo

del progresso senza memoria

ricordatevi della vostra infallibile ferita

accettate questo piccolo lotto di smarrimento.

Così 

voliamo in soccorso del futuro.



                                                   ***


LA LINGUA DI MIA MADRE


Non vedo mia madre da vent'anni

si è lasciata morire di fame

dicono si togliesse ogni mattina

il foulard dalla testa

per sbatterlo in terra sette volte

maledicendo il cielo e il Tiranno

io ero nella caverna

là dove il forzato legge nelle ombre

e dipinge sulle pareti il bestiario dell'avvenire.

Non vedo mia madre da vent'anni

mi ha lasciato un servizio da caffè cinese

le cui tazze si rompono una dopo l'altra

senza che mi importi per quanto sono brutte.

Ma ne amo ormai solo il caffè

oggi, quando solo

chiedo in prestito la voce di mia madre

o meglio è lei che parla dalla mia bocca

con le sue bestemmie, grossolanità e imprecazioni

l'introvabile rosario dei suoi diminuitivi

tutta la specie in estinzione delle sue parole

non vedo mia madre da vent'anni

ma sono l'ultimo uomo sulla terra

a parlare ancora la sua lingua.



                                                ***


C' E' UN CANNIBALE CHE MI LEGGE


C'è un cannibale che mi legge

è un lettore ferocemente intelligente

un lettore di sogni

non lascia passare una parola

senza soppesarne il peso di sangue.

Solleva perfino le virgole

per scoprire i frammenti di scelta.

Lui sa che la pagina vibra

di una splendida respirazione.

Ah quel subbuglio che rende la preda

allettante e già sottomessa !

Lui attende la fatica

che cala sul volto

come una maschera di sacrificio

cerca la crepa in cui balzare

l'aggettivo di troppo

la ripetizione che non perdona.

C'è un cannibale che mi legge

per nutrirsi.



                                                ***


L ' EPOCA E' BANALE


L'epoca è banale

meno sorprendente della tariffa di una prostituta

i satrapi si divertono parecchio

al gioco della verità

i diseredati si convertono in massa

alla religione del Lotto.

Gli amanti si separano

per un chilo di banane

il caffè non è né più né meno amaro.

L' acqua resta sullo stomaco.

La siccità colpisce i più affamati

i sismi si compiacciono nel complicare

il compito dei soccorritori.

La musica si raffredda

il sesso guida il mondo.

Solo i cani continuano a sognare

per tutta la durata dei pomeriggi e delle notti.



                                                  ***


NESSUNO PARLERA'


Nessuno parlerà 

nella lingua arcaica dell'anima

con questa musica di cuore che si scortica

e quel mormorìo di lacrime che fendono la pietra.

Con quelle parole intagliate nelle radici

e il becco ricurvo dell'aquila.

Con il tuono che sghignazza

col fuoco che s'inghiotte e risputa.

Con il panico

e la promessa di sette flagelli.

Con la stella che appare

e il delirio che ha senso.

Con la folla in preghiera

e i tiranni che muoiono

di uno strano mal di testa.

Ma dove sono i profeti di un tempo?




                                      Abdellatif  Laabi



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