Non saprai chi di noi due scrive e chi è scritto...
Tra i poeti britannici delle ultime generazioni, Kate Clancy è senza dubbio una fra le più popolari presso il pubblico e allo stesso tempo fra le più amate dalla critica. La sua è una poesia fresca, audace, immediata, accessibile. Ma anche profonda, intensa, ricca di forti emozioni e di sensualità, con metafore inaspettate e originalissime immagini. Di grande abilità formale e di forte musicalità. Una poesia che usa tutta la ricchezza e la pienezza delle lingua quotidiana, nel solco della poetica inglese.
POESIA PER UN UOMO SENZA ODORATO
Questo è solo per dirti :
che il solco più spesso nel cavo della mia mano
ha l'odore di un vecchio banco di scuola,
i nomi incisi a fondo, levigati dal sudore;
che sotto lo spray del mio costoso profumo
le mie ascelle suonano una forte nota di basso
come il rimbombo di un palmo su un timpano;
che la vampata umida della mia paura è pungente
come il sapore di un tubo di ferro, in pieno inverno,
sulla lingua calda di un bambino; e che a volte,
nella brezza, la peluria sulla mia nuca,
proprio dove tu potresti chinare
la testa, potresti esitare a sfiorarla con le labbra,
emana un profumo fragile e netto come di una flotta
di piccole navi di origami che sta per salpare.
***
DI NOTTE
Poi udii il tuo respiro farsi pesante,
sussurrare oltre il mio orecchio come la prima
indiscreta raffica di temporale sul tetto,
e vidi il buio premere le tende,
ammassarsi là come nubi cariche, e sentii
le tue dita aprirsi nel sonno sulla mia spalla,
posarsi come la prima neve che copre il terreno,
e il tremolio di un sogno attraversarti le palpebre,
rapido come il guizzo di foglie secche nel vento,
e il tuo sonno farsi lentamente più profondo, raccolto,
riempire la stanza, calmo come i grandi soffici fiocchi
che volano e si posano, senza peso, l'uno sull'altro,
e il tuo braccio allentarsi intorno a me, d'un tratto,
come un ramo che cede e scrolla il suo carico di neve,
e la tua testa abbandonarsi, riempire la curva del mio collo,
proprio come si sposterebbe un cumulo di neve, e tutta notte
le tue dita mi sfiorano la pelle, cambiando gradualmente
tutto, come il bianco che vedemmo
la mattina, il prato in attesa come una pagina vuota.
***
SCIATTONA
Mi lascio in giro, da sciattona,
pezzi di me, momenti che ho amato
li lascio lì dove
cadono, si stropicciano, se vogliono.
So come farli camminare
e respirare di nuovo. A volte di notte,
o in treno, sogno di ballare,
o di essere tra le braccia di qualcuno che dice,
- in francese - di amare i miei occhi , e
ancora una volta cammino per la tua strada,
quella prima volta, chiamata e desiderata,
gli alberi in fiore, leggeri,
leggeri e festosi. " Rimettiti
in sesto " dicono - giustamente -
ma è testarda, la ragazza,
quell'ottimista che continua a camminare.
***
A SCOPPIO RITARDATO
Immaginavo che ti sarei mancata, pensavo
avresti misurato a grandi passi il parquet in
vecchi calzini spaiati, fissato l'orologio immobile,
fatto tardi in ufficio, digitato il mio nome in stampatello,
tenuto premuto shift / break, perso il bus, saltato i pasti,
o tenuto la forchetta a mezz'aria, perso, per interi minuti,
per ore, dormito male, fino a tardi, sognato inseguimenti,
tremato,
allungato le mani a tastare il cuscino, trovato
la mia impronta, sussultato, voltato parte, abbracciato il vuoto,
una fitta, fatto una passeggiata nell'umidità dell'alba - ovvio -
stretto in un impermeabile dal colletto rialzato, colto
un mezzo viso di sfuggita, toccato la spalla di un'estranea, deluso;
come ho fatto io. Ogni volta, corro a premere il tuo viso
contro il mio, il mio, lucido di pioggia immaginaria.
***
INCANTESIMO
Se, al tuo scrittoio, metti da parte il lavoro,
metti giù un libro, cerchi questi versi
e leggi che io sto lì in ginocchio, l'orecchio
contro il tuo petto dove i muscoli
si inarcano come grossi tomi che si aprono, in curve
di gabbiani, attraverso le onde sono del tuo cuore,
e che mi passi le dita fra i capelli,
sfilando dalla massa ribelle ciocche
sottili come segnalibri di seta scarlatta,
e mi accarezzi le guance come se lisciassi
veline tra rigide illustrazioni,
e mi tiri verso di te
per leggermi solo negli occhi, vedrai,
argentato e monocromo, te stesso,
seduto al tuo scrittoio, prendere giù un libro,
cercare questi versi, e allora, amore,
non saprai chi di noi due legge
ora, chi scrive, e chi è scritto.
Kate Clancy da La Testa di Shakila
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