(...) Sovente sono tornata sull'argomento della religiosità di questo nostro poeta, a partire dalla polemica innescata con Piero Chiara il quale, a corpo ancora caldo, scrisse un necrologio : " Quasimodo è morto da vero ateo", dimostrando con ciò una ben scarsa conoscenza della sua opera e delle dichiarazioni sul tema della fede rilasciate agli intervistatori dal poeta in diverse circostanze. Neanche il sospetto che quella spoglia e sbrigativa crudezza fosse quanto di più inadatto al poeta delle mezzetinte, della croce " gentile" e delle filigrane! E pensare - ma il ricordo è assolutamente personale - che circa una settimana prima della sua partenza per Amalfi, da cui non sarebbe più tornato, passando per Corso Italia, volle deviare per la Basilica di Sant' Eustorgio per rivedere - disse - la famosa Cappella Portinari. Di pomeriggio le chiese sono deserte e nella penombra, la stessa che invocava per leggere alla madre la parabola del Figlio Prodigo, lo vidi in tralice chinare il capo e farsi il segno della croce. Non fu l'unica volta in cui mi accorsi che visitare una scultura o un affresco in una chiesa, per lui costituiva un alibi - pur essendo appassionato ai capolavori d'arte. E in quante occasioni mi ha fatto giurare sul rosario, quello che a Napoli gli ho infilato nella cassa mortuaria- quasi di nascosto - fra il pigiama e la fodera di plastica setificata del feretro ! Pure, in una conversazione critica con Ferdinando Camon, egli aveva affermato : " Il mio problema religioso riguarda il Dio cristiano : non si può pregare un dio generico! Io non ho mai dato manifestazioni di ateismo : questa è la vera causa dei dissidi con i movimenti politici di sinistra". Parole chiave, dalle quali si deducono alcuni elementi molto importanti. Prima di tutto che esisteva in lui un problema religioso; in secondo luogo, notiamo il verbo" pregare ". Quasimodo non dice . " Non si può pensare a un dio generico", ma dice " Pregare !". Come terza cosa colpisce la confessione del vero dissidio con le sinistre, che allora si riconoscevano in un credo che voleva diventare esso stesso religione. E l'opinione pubblica lo aveva contrabbandato come comunista ! (...)
Curzia Ferrari da " Dio del silenzio, apri la solitudine " . La fede tormentata di Salvatore Quasimodo
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