In poche ore c'è meno dignità che nella morte, meno bellezza...
QUADRATURA
Se è di questo che parliamo,
che continuano a vivere - nei morsi
d'ossido alla lamiera - o come muffa
lambendo le bottiglie -
hai ragione: si sprecano soldi. Ma sul conto dei morti
si tramandano ancora altre notizie,
come se rimanessero vicini
ai loro corpi, incerti, diffidando
di una provvisoria corruzione,
aspettando segnali... E allora vedi
che i conti tornerebbero, più in là.
***
CREDITORI
Cerchiamo di parlare
in due minuti, mentre qualcuno aggiusta
le tende alle finestre, e gli amici
sono già per le scale. Sempre c'è
poco tempo quando dobbiamo fare
i conti con i morti. E così' dico
a mia madre di aver pazienza - a lei
che vicina a morire, ancora
vuol sapere com'era la mia cena...
***
AMEN
Quando sei morta stavamo
in una casa vecchia. L' ascensore non c'era. C'era spazio
da vendere per i pianerottoli e le scale.
Dunque non t'è toccato di passare
di spalla in spalla per angoli e fessure,
d'essere calcolata a spanne, raddrizzata
nel senso degli stipiti. Sparire
era più lento e facile quando tu sei sparita.
Parecchie volte - dopo - mi è sembrata
una bella fortuna.
Eppure - se ci pensi - in poche ore
c'è meno dignità che nella morte,
meno bellezza. Scendi a pianterreno
come ti pare, porta o tubo, infilati
dove capita, scatola di scarpe
o cassa d'imballaggio, orizzontale
o verticale, sola o in compagnia,
liberaci dall'estetica, e così sia.
Giovanni Raboni da Cadenza d'inganno
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