Io e te ci siamo perduti nell'istante della pagina bianca...
E venne il vento
a tenerci la spina dorsale dritta. A noi
che in quel luogo non c'era mai stata casa,
solo porti, navi e notti che sapevano di fuga
con i versanti giù per il mare
o dritti su, verso il monte
in quel limite insuperabile del male.
Noi, a essere meno soli
a lasciarci indietro mattini di rivolta
a chiederci quale luogo potesse tuttavia
essere più chiaro e più tenue
di quello che pur ci ha lasciato andare.
***
Il giorno che arrivai sulla spiaggia
con la mia onda all'incontrario e mani
protese contro la duna che sembrava franare.
Quel giorno, dico,
ci fu l'abbandono del fuoco, la fuga dalla verità.
Io e te ci siamo perduti
nell'istante della pagina bianca,
il deterioramento di ogni parola
che non trova fibra, carta, mano
per dire Amore.
E io a chiedermi
oscuramente dove
la soglia dei nostri deserti.
***
E tu sei stato
una vita a somigliarmi.
Non so neppure quanto
a disegnarmi
l'idea di un'isola
la forma di uno stato di coscienza.
Quasi a evidenziare le rocce blu
laggiù, nell'innocenza che non si impara,
nel risveglio che ci abitava
quando godere o trascurare di aver goduto
era obbedire al rischio
l'errore di proclamare l'ignoto
catturato e ingabbiato.
Dove girare lo sguardo ora?
Che vorremmo una mano posata sulla spalla
e il fiato della terra fare un passo indietro.
Niente più gabbiani sull'acqua.
Solo pochi sono rimasti, in questa città marina
a prendere il silenzio.
Paola Casulli da Sartie, lune e altri bastimenti
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