Vivo tra l'attenderti e il distrarmi
nei miei fiori -
sciogliermi i capelli e riposarli,
finché mi convincerà un tuo giorno
a staccarmi dagli anelli e dagli argenti,
dal cieco volerti legare
fosse solo alle ossa delle dita.
Quel giorno i miei piedi adempiranno
alla ripetizione naturale, faranno terra
tonda attorno, e tu potrai affilarti
nella forma delle case
o delle croci - in un legno
o nell'altro - fiorirmi addosso.
***
Arrivi dallo spazio delle api
senza che ti annunci una stagione
e l'ultimo vento che ti porta
ti appoggia alla mia spalla.
Io vivo nell'assenza tua leggera
del non essere mai stato - posso
averti intorno solo in sogno
ma giù dal letto ancora non ti ho avuto
mai vicino - sei stato solo attorno
a questa testa mia piena di fiori.
***
Sarebbe la sera per appendermi
al tuo fiato e chiuderti sugli occhi
il mio respiro, affidarti alla sera
- poi mi fido del risveglio che sarai.
Ti apro una parola nelle dita
e ti scalfisco la conca della mano
tua bellissima mancina , di lontano
la carezza spiega la mancata resistenza.
***
So bene e aspetto il giorno
che il nostro tempo piccolo avrà perso
negli anni degli altri anche il diritto
degli umani sugli sbagli.
Quando mi mancherà quel dispetto
che ti porto nella voce, se non puoi
essere la preghiera ripetuta sulla schiena,
mi starai dentro come una solitudine.
***
Di te molto mi manca e soprattutto
i tuoi dolori - quella tua fatica :
per me tu li raduni all'ora di cena
quando divento un'attenzione sola
e vedi scodinzolarmi ai piedi
per te come una vecchia fedeltà.
Sofia Fiorini da La logica del merito
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