Nell'occhiello ti chiedo a voce bassa di tornare...
MUSA
I
Lo vedo, sei imbronciata e la ragione
resta dalla tua parte per intero.
Le parole disperse in prospettive
di segni scialbi, echi senza enigmi;
di questo vuoto immagini eloquenti,
talmente chiare da non dire nulla.
***
VI
Il passato mi trattiene per mano,
nel sonno mi congiunge con il sogno.
Al mattino dispensa adrenalina
e il presente senza te si dimena
come un gatto accecato, perso il cibo.
Se solo guardo avanti tu non torni:
il tuo silenzio ha un sapore di fine,
la tua lingua un mistero da evitare.
***
XIII
Non ho che questi versi da intrecciarti.
Stasera il fondo urbano s'è rappreso
in un murale senza proporzione
come un secolo storto, come un fiore
rimasto a galleggiare sull'oceano.
Da un palazzo si affaccia un volto enorme
ma non può minacciarti ed è incompiuto.
La mezzanotte è soltanto un'illusione.
Mentre aspetto in questa casa sottile,
sono il guardiano che nascosto compie
l'ultima ronda e incauto già s'avverte
oltre la porta di sentirti ancora
diteggiare il morso d'una poesia.
Per te m'inventerei un alfabeto,
ma arriva solo un suono di sirena.
M' accosto al legno scuro, nell'occhiello
ti chiedo a voce bassa di tornare.
***
INCONTRO IN DIFFERITA
Nessuno di noi ha rotto il silenzio,
i segreti scambiati già da un pezzo.
E' una voragine di secoli arrabbiati
finiti sotto un fuoco straniero.
Non ci viene in soccorso alcun versetto.
Abbiamo scordato i ritornelli
dei nostri inni chiusi in un juke - box.
Non so in che lingua mi vorrai parlare,
se lo farai. E soprattutto non so
se vivi ancora nella stessa casa
o sei venuto dall'altra parte della gabbia.
Roberto Deidier da Solstizio
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