Come scalci ancora forte, mia vita...
NIENTE
Morte, se vieni per condurmi via,
lascia che ombra su ombra
io ripercorra la gente.
In quell'incrocio di rotte
casuali, ci siamo incontrati
- fra vivi - così inutilmente.
Per migliaia di giorni,
ogni giorno :
all'andata, al ritorno.
Per migliaia di notti,
ogni notte :
coi ginocchi, coi fiati.
Non ci siamo scambiati
niente.
***
CAPRO ESPIATORIO
Uggiola alla fessura, cagna - luce.
Qualcuno il mio sonno ha legato
quattro zampe in un mazzo. All'aurora
chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura.
Nel pozzo del cranio
-senza uscita -. Nel buio sacrario
sconsacrato. ( La luce come un'unghia
sotto le porte ). Capro espiatorio
già caduto sul fianco, otre di sangue
già mezzo vuoto - come scalci ancora
forte, mia vita.
***
POI
Poi ti raggiungerò
là dove - abbandonata
la via terrestre, simile
a rotaie in disuso -
s'incammina lo spirito, esitante,
confuso ancora al grido, ancora all'orlo
della sua cieca vibrazione umana.
Io ti raggiungerò
dove tu " Sono qui "
balenerai, che ancora dalla fascia
del buio mi districo.
" Qui dove - nell'angoscia
di troppa luce, nessuno distinguendo -
ti griderò. Ma già saremo Uno .
***
PROCESSO
T' ho visto in sogno, spirito che m'abiti.
Dormivi, rannicchiato feto d'angelo,
mostro incompiuto. Dentro di me, in travaglio,
come in una matrice. Traditore!
Che ti facevi padrone in casa mia
crescendomi a tormenti.
Che m'incalzavi ad adescare i giorni
come una spia, come una meretrice,
per la tua fame di strani nutrimenti
grati a te solo: il giusto, il vero, il bello.
Malata, maledicendomi che stretto
con me a soffrire, deperivi. E quando
tornavo viva, tra risa come pianti...
Come prezioso anello raccogliendo
ogni attimo caduto...
D'ora in avanti chi pagherà i tuoi debiti
di scapestrato cadetto, s'io rifiuto?
S'io diserto il tuo letto, a chi scaldarti?
T'ho smascherato, spirito che m' abiti.
T' aborro, ma non mi è dato rinnegarti :
tu amante mio, mio figlio, mio fratello.
***
IN SOGNO I MORTI
Vengono i morti nel sogno
ci affiancano e se ne rivanno,
talvolta danno un segno - ma diviso
da noi - candela mossa dietro un vetro.
Così mio padre mi s'accende accanto
nel buio che mi fascia.
" Vieni per dare o per chiedere?" m'affanno
" E' la medesima cosa! - e in un sorriso
si spegne, come annottando sulla riva
l'acqua, che del suo viaggio fiammeggiante
non lascia nessun pegno.
Fernanda Romagnoli da Il tredicesimo invitato e altre poesie
Nessun commento:
Posta un commento