domenica 21 agosto 2022

IL TREDICESIMO INVITATO DI FERNANDA

 



                                                   Come scalci ancora forte, mia vita...




NIENTE


Morte, se vieni per condurmi via,

lascia che ombra su ombra

io ripercorra la gente.

In quell'incrocio di rotte

casuali, ci siamo incontrati

- fra vivi - così inutilmente.

Per migliaia di giorni,

ogni giorno :

all'andata, al ritorno.

Per migliaia di notti,

ogni notte :

coi ginocchi, coi fiati.

Non ci siamo scambiati

niente.



                                             ***


CAPRO ESPIATORIO


Uggiola alla fessura, cagna - luce.

Qualcuno il mio sonno ha legato

quattro zampe in un mazzo. All'aurora

chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura.

Nel pozzo del cranio

 -senza uscita -. Nel buio sacrario

sconsacrato. ( La luce come un'unghia

sotto le porte ). Capro espiatorio

già caduto sul fianco, otre di sangue

già mezzo vuoto - come scalci ancora

forte, mia vita.



                                             ***


POI


Poi ti raggiungerò

là dove - abbandonata

la via terrestre, simile

a rotaie in disuso -

s'incammina lo spirito, esitante,

confuso ancora al grido, ancora all'orlo

della sua cieca vibrazione umana.

Io ti raggiungerò

dove tu " Sono qui "

balenerai, che ancora dalla fascia

del buio mi districo.

" Qui dove - nell'angoscia

di troppa luce, nessuno distinguendo -

ti griderò. Ma già saremo Uno .



                                     ***


PROCESSO


T' ho visto in sogno, spirito che m'abiti.

Dormivi, rannicchiato feto d'angelo,

mostro incompiuto. Dentro di me, in travaglio,

come in una matrice. Traditore!

Che ti facevi padrone in casa mia

crescendomi a tormenti.

Che m'incalzavi ad adescare i giorni

come una spia, come una meretrice,

per la tua fame di strani nutrimenti

grati a te solo: il giusto, il vero, il bello.

Malata, maledicendomi che stretto 

con me a soffrire, deperivi. E quando

tornavo viva, tra risa come pianti...

Come prezioso anello raccogliendo

ogni attimo caduto...

D'ora in avanti chi pagherà i tuoi debiti

di scapestrato cadetto, s'io rifiuto?

S'io diserto il tuo letto, a chi scaldarti?

T'ho smascherato, spirito che m' abiti.

T' aborro, ma non mi è dato rinnegarti :

tu amante mio, mio figlio, mio fratello.



                                                ***


IN SOGNO I MORTI


Vengono i morti nel sogno

ci affiancano e se ne rivanno,

talvolta danno un segno -  ma diviso

da noi - candela mossa dietro un vetro.

Così mio padre mi s'accende accanto

nel buio che mi fascia.

" Vieni per dare o per chiedere?" m'affanno

" E' la medesima cosa! - e in un sorriso

si spegne, come annottando sulla riva

l'acqua, che del suo viaggio fiammeggiante

non lascia nessun pegno.




                     Fernanda  Romagnoli  da  Il tredicesimo invitato e altre poesie



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