lunedì 1 agosto 2022

PAGLIARANI E L'AMORE PERDUTO



  / E' nostro questo cielo d'acciaio / che non finge / Eden e non concede smarrimenti / è nostro ed è morale il cielo / che non promette scampo dalla terra, / proprio perché sulla terra non c'è / scampo da noi nella vita .    ( E. P. )




Ripensavo la gioia, il tuo alimento,

ti guardavo i capelli, il viso chiuso

e intento sul giornale dove ho finito

anch'io di leggere, rimanendo escluso

a te seduto accanto sul tuo filobus.


Ho le prove - potrei gridarlo ai giudici -

che non mi hai visto porterò le prove

fino che campo, che la capacità del mio pensiero

nemmeno con la forza dello sguardo

di un estraneo passeggero sopra il filobus

sa arrivare a sfiorarti.



                                         ***


Sarà ora di chiudere - amore -

che smetta di fare la guardia al cemento

tra piazza Tricolore e via Bellini

di coprirmi la faccia col giornale

quando ferma la E, di attraversare

obliquo la tua strada, di patire

anche a passarci in treno

in fondo a via Argonne

vicino alla tua casa.



                                         ***


Che ci portiamo addosso il nostro peso

lo so, che schermaglia d'amore è adattamento,

guizzo, resistenza necessaria perché

baci la nostra storia, i nostri uomo - donna

non solo all'ombra dei parchi

l'imparo ora, forse.


Oh, ma scompagina come il vento

freddo di viale Piave i giorni scorsi, e spaura,

quanto di me non solo porto

sulle spalle, ma mi tocca travasare

adattare al tuo fusto flessibile

e scontroso.

Io che speravo

necessario e sufficiente solo il fiore

che affiora, tocco con le carezze oltre che il tuo

fusto flessibile lo specchio la certezza

di come insufficiente sia il mio amore

per la tua capacità di comprenderlo;

per la tua capacità di comprenderlo

come sia immane il mio bisogno d'amore.



                                             ***


Se domani ti arrivano dei fiori

sbagli se pensi a me ( io sbaglio se

penso che il tuo pensiero a me si possa

volgere, come il volto tuo serrato

con mani troppo docili a carpire

quando sulle tue labbra m'era dato

baci dalla città ) non so che fiori

siano : te li ha mandati per amore

d'amore uno incontrato in trattoria

dove le mie parole spesso s'urtano

con la gente di faccia.


Che figura


t'ho data, quali fiori può accordare

nella scelta all'immagine riflessa

di te?


Non devi amarmi se ti sbriciolo

una tovaglietta lisa : e non mi ami.



                                            ***


A dirli questi mesi sembra agevole

con il margine di rischio necessario

a chiamare la vita col suo nome:

primavera invocata tempestiva

fu tempesta, e in vista della terra

il naufragio balordo; giugno vissi

per rassegnarmi a perderti; è di luglio

la più cupa speranza di riuscire

a fare della morte un'abitudine.




                 Elio  Pagliarani    da      Tutte le poesie - 1946, 2005



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