Osservo l'insigne esaltazione delle stelle fisse...
" Con l'avvento dei social è stata distribuita una pistola carica ad ogni singolo individuo di questo mondo : peccato che i più non abbiano il porto d'armi".
Lui odiava anche i libri a basso costo, diceva: "Si autodistruggeranno! Di quella carta non rimarrà nulla e sarà come cancellare la Storia". Diceva che i libri meritano pagine eterne, carte bellissime, stampe a centomila colori.
*
Ho visto gente uscire impaurita dall' aula ( Antropologia culturale all' Accademia di Belle Arti ) e lui, con un meraviglioso assenso, si fumava una sigaretta. Soprassedendo.
LO VEDI, E' LA LINGUA
E così ora ti senti
piovigginoso, malato, pieno di avverbi autunnali,
di sostantivi astratti, di oggetti ritrovati
e subito perduti, sgretolati, di annotazioni che scorrono
per troppe pagine al piede della vita, e non sai
come funziona il gioco del rimando. La sola
ipotesi possibile ti sembra
l'invidia dello sguardo, la sua pena, Ma quando
ti soffermi alla soglia delle voci, al momento
che l'acqua si confonde
col pettirosso, con l'albero, con la collina,
è allora che le muffe
ti fioriscono intorno agli orecchi e con delicatezza
tremenda assopiscono i suoni. Ti credi
in ascolto dell'imminenza, ma non era questo
che ti aspettavi, non questa dispersione del dolore
per tutto il corpo. O meglio : non ancora.
Ti sarebbe piaciuto osservare con le dita,
e invece ti passano accanto i ritratti,
il ritaglio di un occhio, il profilo solenne o ridicolo
di qualche testa dai pensieri assorti.
Lo vedi, è la lingua
così cortese, ossequiante, precisa, ma in fondo
sempre più imbarazzante a pretendere tutta l'attenzione
di cui non sei capace,
e ti ritrovi impigliato in un frammento,
disperso dappertutto, un movimento estremo
quasi raccolto insieme dal no comment
che riprende ogni volta il suo racconto.
***
EPIGRAMMA
Tranne l'arte, che è già da tempo dannata
dalla curiosità degli inferni o dall'indifferenza,
gli angeli mi disturbano, ma
non mi colgono mai di sorpresa quando vengono
a offrirmi frutta di cera perfettamente imitata.
Quanto a me, preferisco una mela bacata
alla loro solenne, presuntuosa pazienza.
***
IL MARTIN PESCATORE
A colpi d'ala ho visto
ridurre una nuvola al grafico
d'una sezione di nuvola, segmenti
tratteggiati d'azzurro e la parola cielo
scritta a inchiostro di china al limite più alto
mi sono chiesto come potesse muoversi in ascissa
su quelle alture geometriche se il vento
aveva già deciso la sua direzione.
***
VERSO L'INVERNO
Sempre in accordo con la mala cosa
le canne del bagno risuonano
di pomeriggi fauneschi, e la paura
tutta sghimbescia come un allegro bastardo
fa il verso a un piovasco di secoli. Ora
non posso più dubitarne : quest'Europa trotta
verso l'inverno con un piede solo.
***
LA MUTAZIONE DEL VUOTO
L'aria istruisce il vuoto, e tuttavia il nome
della sua identità resta sospeso, e la forma
costringe quasi sempre a un compromesso.
Piega, connette, struciola, si inchioda
come la coda d'una rondine nel bosso, e la sera
diventa una lanterna, un pipistrello. Lo sguardo
alla finestra misura con la squadra falsa
qualsiasi fanatismo. E' così, lo sappiamo,
l'aria sempre rigenera nel vuoto
le sue perplessità, ma non c'è mai nessuno
a dubitare della sua ragione. Per questo
siedo talvolta sotto gli alberi, e osservo
l'insigne esaltazione delle stelle fisse.
Roberto Sanesi da Poesie, 1957 - 2000
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