sabato 27 agosto 2022

LA POESIA DI ROBERTO SANESI

 


                                        Osservo l'insigne esaltazione delle stelle fisse...



" Con l'avvento dei social è stata distribuita una pistola carica ad ogni singolo individuo di questo mondo : peccato che i più non abbiano il porto d'armi".

Lui odiava anche i libri a basso costo, diceva: "Si autodistruggeranno! Di quella carta non rimarrà nulla e sarà come cancellare la Storia". Diceva che i libri meritano pagine eterne, carte bellissime, stampe a centomila colori.


                                                     *

Ho visto gente uscire impaurita dall' aula ( Antropologia culturale  all' Accademia di Belle Arti ) e lui, con un meraviglioso assenso, si fumava una sigaretta. Soprassedendo.




LO VEDI, E' LA LINGUA


E così ora ti senti

piovigginoso, malato, pieno di avverbi autunnali,

di sostantivi astratti, di oggetti ritrovati

e subito perduti, sgretolati, di annotazioni che scorrono

per troppe pagine al piede della vita, e non sai

come funziona il gioco del rimando. La sola

ipotesi possibile ti sembra

l'invidia dello sguardo, la sua pena, Ma quando

ti soffermi alla soglia delle voci, al momento

che l'acqua si confonde

col pettirosso, con l'albero, con la collina,

è allora che le muffe

ti fioriscono intorno agli orecchi e con delicatezza

tremenda assopiscono i suoni. Ti credi

in ascolto dell'imminenza, ma non era questo

che ti aspettavi, non questa dispersione del dolore

per tutto il corpo. O meglio : non ancora.

Ti sarebbe piaciuto osservare con le dita,

e invece ti passano accanto i ritratti,

il ritaglio di un occhio, il profilo solenne o ridicolo

di qualche testa dai pensieri assorti.

Lo vedi, è la lingua

così cortese, ossequiante, precisa, ma in fondo

sempre più imbarazzante a pretendere tutta l'attenzione

di cui non sei capace,

e ti ritrovi impigliato in un frammento,

disperso dappertutto, un movimento estremo

quasi raccolto insieme dal no comment

che riprende ogni volta il suo racconto.



                                            ***


EPIGRAMMA


Tranne l'arte, che è già da tempo dannata

dalla curiosità degli inferni o dall'indifferenza,

gli angeli mi disturbano, ma

non mi colgono mai di sorpresa quando vengono

a offrirmi frutta di cera perfettamente imitata.

Quanto a me, preferisco una mela bacata

alla loro solenne, presuntuosa pazienza.



                                          ***


IL MARTIN PESCATORE


A colpi d'ala ho visto

ridurre una nuvola al grafico

d'una sezione di nuvola, segmenti

tratteggiati d'azzurro e la parola cielo

scritta a inchiostro di china al limite più alto

mi sono chiesto come potesse muoversi in ascissa

su quelle alture geometriche se il vento

aveva già deciso la sua direzione.



                                          ***


VERSO L'INVERNO


Sempre in accordo con la mala cosa

le canne del bagno risuonano

di pomeriggi fauneschi, e la paura

tutta sghimbescia come un allegro bastardo

fa il verso a un piovasco di secoli. Ora

non posso più dubitarne : quest'Europa trotta

verso l'inverno con un piede solo.



                                           ***


LA MUTAZIONE DEL VUOTO


L'aria istruisce il vuoto, e tuttavia il nome

della sua identità resta sospeso, e la forma

costringe quasi sempre a un compromesso.

Piega, connette, struciola, si inchioda

come la coda d'una rondine nel bosso, e la sera

diventa una lanterna, un pipistrello. Lo sguardo

alla finestra misura con la squadra falsa

qualsiasi fanatismo. E' così, lo sappiamo,

l'aria sempre rigenera nel vuoto

le sue perplessità, ma non c'è mai nessuno

a dubitare della sua ragione. Per questo

siedo talvolta sotto gli alberi, e osservo

l'insigne esaltazione delle stelle fisse.




               Roberto  Sanesi  da   Poesie, 1957 - 2000



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