sabato 6 agosto 2022

IL TE' COI MORTI DI CHANDRA



                                                      Non ai morti si addice la tristezza...



In questi versi " lievi " dell'autrice, la morte - e i morti - sono consegnati a una dimensione quasi intrauterina che nega loro qualsiasi connotazione negativa e, per tale ragione, conferisce loro un nuovo volto originalissimo, lontano da ogni tradizione letteraria. Un volto che presuppone innanzitutto una leggerezza consapevole, percepibile sia nel ritmo che nella scelta di immagini portatrici di un piccolissimo peso specifico, piccole briciole che quasi riducono tutto ad un unico, fragile respiro. Per questo anche la fine di una stagione è colta non nella sua drammaticità, ma nel suo resistente candore : anche fallire è dolce e la morte è quasi una danza, un evento che il morto ha quasi paura di rievocare con la sua presenza / assenza. La dimensione dell'altrove è ottenuta quindi con gesti pacati, con la voce di " bambina saggia " che così spesso contraddistingue la produzione poetica di questa autrice.




Verso sera 

i morti siedono sui fili della luce

come gocce di pioggia

che è già caduta.



                                   ***

Non alla terra

non al volo delle foglie

somigliano i morti

in autunno

ma al dolce

fallire dell'estate.



                                       ***


Io morta

danzo sulla tua fronte

come le dita della colomba

in equilibrio sul bordo

della fontana non cado

no, non cado dentro il tuo pensiero.



                                     ***


Tu morto

sei lo strappo nel sipario

la rosa inclinata

fino a far dubitare

della verticalità dell'aria,

la vertigine che si rinnova

senza notizia, il nodo

che altri chiamano corpo.

Tu nell'altra parte del tempo

sei il sorriso

delle piastrelle in cucina

il mio passo leggero

il tuo inchinarmi fino

alla devozione dell'assenza

senza prove; tu mi misuri

ora su un metro

di unità ignota:

uscita dalla superstizione

della tua presenza, entrata

nella pioggia.



                                          ***


Bevendo il tè coi morti

c'è sempre uno

che sottilmente tace

non un silenzio esangue

ma un narrare interdetto

che non vuole

nell'ascolto pace.



                                       ***


Abito nella tua voce

e quando tace

il silenzio è alato

abito sotto la violenza

delle tue ali

e quando il silenzio

è sommerso dai rumori

essi sono il cuore del mondo

abito nel mondo

e le sue piume

sanno che la bellezza esiste :

" Quando arriverà il tuo passo

metterò una conchiglia sopra la soglia

e nell'aprirla

i frantumi volando

reciteranno il tuo nome".



                                         ***


Il vecchio cedro è caduto

in una notte di litigi

tra le bufera di notizie

della primavera e l'assoluta

stanza dell'inverno.

Non più verticale al sogno

della terra, ora non separa

radici e uccelli ma profumando

esala l'ultimo urlo

di meraviglia della creatura:

" La primavera - possibile-

solo una stagione?".



                                   ***


Morire è adesso

un momento qualunque,

questo momento.

Un palombaro

con la testa sul cuscino


mi fai la cronaca

da sott'acqua :

" Difficile.

Adesso.

Abbandonarsi".

Vorrei essere l'acqua

in cui tu nuoti.



                                    ***


Non ai morti

si addice la tristezza

ma al bugiardo

perdurare dei vivi.




            Chandra  Livia  Candiani   da   Bevendo il tè con i morti




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