Tra aprìle e àprile, giochi di gambe in fiore...
" Se ero più alto facevo il poeta " è il libro della maturità di un poeta che mette a frutto esperienze di vita, forza visionaria e ricerca linguistica. Con filosofia lucreziana e ironia a lento rilascio, le liriche che compongono la raccolta toccano il tema della natura, della morte, del soprannaturale, delle religioni, dell'amore, del sociale, dello scrivere e del sorridere. Si passa dall'imminente al trascendente, dall'infanzia dell'umanità alle risorse del mito, dai toni civili preoccupati e coraggiosi al puro divertissement, il tutto con un uso della metafora e un accostamento di immagini solo apparentemente stravaganti, in realtà assolutamente personali e - perché no - geniali e accattivanti.
NUMERI
Uno più uno fa uno
nell'ottica di coppia,
vedi i figli unici
o il figliuol prodigo
apparso in lacrime.
Uno più zero, due.
Come sasso e sassata,
da saxum e saxa,
la x fattrice di sibili gemelli,
scalpellìo di secoli.
Tre colonne
nel Foro di Augusto
resistono dal 2 avanti Cristo.
Due non sempre è due,
ma unione, deroga
broncio, duello
il gatto e la volpe in cerca di rogne.
Occhio x occhio
cecità di popoli.
Maggio dà il cinque ai fiori di ciliegio.
Domenica d' Avvento,
finestrella con sorpresa.
E il 13 Santa Lucia canta nei pub.
Due gialli non rispettati
fanno uno schianto
all'incrocio.
Tra aprìle e àprile
giochi di gambe in fiore.
Il mestiere è questo,
sbobinare sentenze
dirne quattro ogni tanto
rimediare alle assenze.
***
LA STILOGRAFICA
Dalle segrete del cassetto,
ferita dal suo sangue,
rigurgito blu,
la stilografica torna alla luce.
Sotto il rubinetto il fiotto risentito
di un'accusa,
incrostazioni e forse rimostranze
per l'avarizia di ricarica
per l'arsura alfabetica.
Frasi represse
distanze oracolari
un mulinìo di rivendicazioni
sgorgano nel lavandino.
La nuova cartuccia
non basta a sedare
l'umore nero.
Una parola grossa, invasiva
forse cattiva
scende sul foglio
come proiettile nel caricatore.
Stoppata al volo dal fedele asciugacarte
di un qualche funzionario dell' Impero,
acquisto preveggente, in vetrina
nella Zagabria dell'altro secolo.
***
CHI
Chi ha detto ai fiori di aprire le acque,
ridare la vista ai ciechi
e spingere i reclusi
in prati di adrenalina, al sole?
Chi ha detto ai ciechi di ammirare collo
e trasparenze della ragazza
appena uscita di casa
appena scesa dal treno,
rondine e disciplina?
Chi ha spinto gambe accavallate dall'inverno
sulle tracce dell'inseguimento
e gomme normali sul ciglio dell' off - road?
Fuliggine e porporina
riferiranno ai gatti alla fortuna ai vagabondi
agli astri alle petunie ai delinquenti
che tutto torna e non è un vizio
il circolo mai uscito dallo stampo,
l'imbroglio che si sbroglia un po' per volta
l'enormità distante di ogni istante.
***
BOLLIRE LE PAROLE
Quante pipe cariche
nei romanzi di Kipling
nelle inchieste di Maigret
e mitra inceppati nei vorticosi anni Trenta?
Chi sa il secolo lo dica,
fuori i secondi dai libri rosa
e dal mercato delle sceneggiature,
nessun traguardo o deposito
di numeri fermi,
siamo sempre in movimento.
Chi, dopo una lunga sessione di tango
e una degustazione verticale di vini,
perse l'amata in un'imboscata di sinapsi,
da quale crepa rientra la pista?
Fingersi matto con gli indiani
per trafficare pelli senza essere scuoiato,
morire di freddo, di un freddo cane,
lasciando in vita il cane,
le dita congelate nei visceri fumanti
di un film o di una pagina di London,
questa la via?
" Mi spuntano le tette come denti da latte ":
svezzarla, sì, svezzarla
la bambolina di Nabokov.
Bollire le parole, sconfiggere i germi,
dare acqua all'erica,
così ci si ritrova, mano a mano.
***
LA MENTE
La mente è un valzer
cisterna d'acqua dolce
piscina ardente
fabbrica giostra
palestra oratorio
scuola di vita
tanica di roghi.
La mente è un'abbazia,
nella navata grande
si fanno lo sgambetto
istinto di fuga e voglia di rubare.
Nelle segrete celle
monaci riottosi
spaccano in due il capello
pur di salvare forme di formaggio
e pane imboscato.
La mente è un'alleanza
tra vecchie conoscenze e polizia segreta.
La prima a confessare
è Trascorsa Infanzia.
Segue Tenacia Volenterosa.
Infine Instancabile Prudenza,
ora infermiera compassionevole
ora spia del Governo.
La mente innalza altari
su trochi vivi
come il letto di Ulisse...
Ennio Cavalli da Se ero più alto facevo il poeta
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