venerdì 26 agosto 2022

QUELLO CHE NON SO DI ME ( dice Antonietta )

 


                                                  I ricordi sono sentinelle invisibili..




Per non dimenticarmi lascio cadere

un ago di pino in un solco.

Lo faccio apparire nei miei occhi.

Le labbra benedicono la terra appena nata.

I pensieri che si uniscono per scrivere

la forma esatta della prossima neve.

Per non dimenticarmi chiedo perdono,

curo le cicatrici sulle mani.

Mi confesso al ramo che osserva.

Ora tutte le donne che sono stata

sono in silenzio, le chiamo con il mio nome.

Le libero dalle parole e dai suoni

della mia vita.



                                                     ***


Se non ho saputo trattenerti

è perché gli anni in cui siamo stati

non li ho raccontati.

Nessuno ha spiato i nostri sguardi,

le stagioni degli abbracci.

I verbi degli aceri in un giardino.

Ho incorniciato nel presente tutti gli errori

quadri alla parete del mio silenzio.

Ogni notte divido gli abiti che indosso

da ciò che sono prima di dormire.



                                         ***


Lo sai

i ricordi sono sentinelle invisibili

che guardano il cielo.

Dicono mamma

dalla parte più sottile del passato.

Dicono papà

quando si sbilanciano nei sogni.

Nel tardo pomeriggio si muovono in fila

sulla carne che muta.


Lo sai

tutto obbedisce al riassunto

degli anni. Alle tempeste.

Questo mi hanno detto,

questo ti dico :

ci vuole coraggio per invecchiare.

Resistere alla ferita,

disegnare il peso di un granello sulla neve.



                                         ***


Cercare nel tempo della semina

le tracce confuse delle volpi.

La distanza della neve che spinge i semi.

Anch'io avrei voluto badare la terra.

Risvegliarmi nel vento che riporta indietro

le nuvole,

forse la prossima stagione

anche loro impareranno a stare nei confini.

Impareranno a chiamare per nome

le spighe che dormono.



                                            ***


Non sono pronta a dirmi addio.

La gioia di quel poco che ho imparato

mi riporta al primo giorno.

Oltre ciò che sono.

L'allenamento che ripeto per trattenermi

l'ho imparato a fare da bambina.

Smetto di riconoscere il vento.

Muore un tulipano, la mia foto,

il libro che avevo sul comodino.

Il mare mi educa al silenzio.

Guardo l'azzurro che non c'è.

Gli alberi mutano in forma di ricordo,

anche loro non sono pronti a dirmi addio.




                    Antonietta  Gnerre    da   Quello che non so di me



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