G. Caillebotte - Giovane uomo ala finestra
E' difficile stabilire un confine
tra quello che si vede - una pianura
un palo della luce una macchia di bosco
e quello che si immagina
o ritorna dopo lunga
frequentazione identico com'era
alla mente passiva ;
ma sarà nebbia, nube o fumo di camino
quello che sale dalla valle risolvendosi
in una vaga profezia di luce e vista
in nuce e ridondanza fosca di
sconfinamenti
da visione a visione
nel ricordo o nell'immaginazione?
***
Non capita spesso che dalla mia finestra
la luna bassa abbia quel colore
tra il giallo e l'arancione,
esattamente quel colore
che ha il lampione qui sotto,
i due molto più simili tra loro
grazie anche all'indulgenza
di una notte serena, non turbata
da silenzi fittizi e considerazioni
che premono talvolta
dal profilo umano della vita,
vita che di per sé invece insiste
a voler farsi riconoscere
fra le altre cose
in certe casuali rispondenze di colori.
***
Durerà pochissimo la fascia di sole
che in orizzonte fa brillare
la seconda schiera di colline
lasciando spenta la prima
e più vicina a noi.
E infatti è alle nostre spalle
che il sole in due minuti nel frattempo
è tramontato lasciandoci di guardia
all'ombra della terra.
***
Sempre la sofferenza si trasforma
in qualcosa di sacro
sempre che siamo in grado di domarla
o assottigliarla come fa la terra
quando si chiama fuori
solo distribuendo i suoi tormenti
a ogni filo d'erba
perché restituisca inavvertitamente
la sua penosa pena al vento
che la libra sul prato e la trascende
come ogni cosa quando si affida al vento.
Stefano Dal Bianco Inediti
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