lunedì 20 dicembre 2021

IL TRIONFO DELLA MORTE

 


                                                            Il trionfo della Morte  ( détail ) *





Fatti feroce, poesia

quando i tempi sono feroci.

Impara dalle bestie dei campi

come uccidono e come sono uccise.

Impara dal tempo che viene in soccorso

a chi è già morto fra le acque.

Non cedere alle lusinghe dei poeti

dicci la verità sulla morte

chi uccise e chi fu ucciso

nome per nome.




                           Alessandro Celani  da     Apocalisse e altre visioni



*  Opera d'arte conservata nella Galleria Regionale al Palazzo Abatellis di Palermo.

E' sorprendente il mistero che da più di cinque secoli avvolge questo dipinto, staccato dalla sua sede originale, il trecentesco Palazzo Sclafani e collocato nella sede attuale.

Il primo mistero ancora insoluto è chi sia l'autore del dipinto, mentre l'epoca della realizzazione è riconosciuta ormai con verosimile certezza : la data proposta è il 1446, alcuni anni dopo il passaggio dell'opera dal Palazzo Sclafani alla sede dell' Ospedale Grande e Nuovo che avrebbe dovuto accogliere le persone indigenti della città. Si tratta di un affresco di 6 metri per 6,40 staccato dal cortile del sopracitato palazzo dopo i danni subiti a causa dei bombardamenti del 1944. L'opera rappresenta il momento in cui la Morte, a cavallo del suo destriero, fa irruzione dentro un rigoglioso giardino , lanciando frecce mortali sulle persone che incontra. Un istantanea che coglie le espressioni e i sentimenti di coloro che stanno per essere raggiunti dalla morte, mentre lascia indifferenti altri intenti alle loro faccende. 

Il tema del Triofo della Morte fu abbastanza in auge per diversi secoli a partire dal Trecento, quando malattie e pestilenze falcidiavano larghissimi strati della popolazione senza fare distinzione fra ricchi e poveri, potenti e miserabili. Un senso di impotenza e di richiamo al Giudizio Universale che prima o poi sarebbe piovuto sugli uomini; un senso di invocata giustizia, un monito per ogni uomo a ricordarsi della caducità della vita terrena in favore di una speranza oltremondana.

Dell'autore dell'opera, conosciamo il volto, dipinto come un autoritratto insieme ad un collaboratore nello stesso quadro, ma non ne conosciamo il nome. Il suo viso rappresenta il suo autografo perché - a quel tempo e per molti secoli ancora - gli autori non firmavano le proprie opere. Si è ipotizzato che fosse di origini catalane, per associazione al governo spagnolo dell'epoca e che comunque fosse d' oltralpe.


                                      Particolare dell'affresco raffigurante l'autore



2 commenti:

  1. Fatti feroce, poesia, ma con dolcezza
    Che a questo serve la poesia
    Per me

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  2. ...." quando i tempi sono feroci..."
    Forse si riferisce al fatto che la poesia- che è la voce più intima e più vera dell'uomo -debba essere " al servizio della verità" , sempre e comunque, compiendo - se e quando è il caso - anche un'opera di denuncia ( " dicci la verità sulla morte " ),senza lasciarsi incantare - come fossero sirene - dalle " lusinghe dei poeti quando vorrebbero " addomesticarla".
    Io l'ho interpretata cosi.
    Ti convince?

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