E poi ho una fede, e spero senza speranza alcuna...
Come le tacche
sul vecchio legno di mio padre
così i cipressi lungo il viale
regolari, perfetti, accentuano la prospettiva.
Accolgono l'onda e, quando il vento arriva sonoro,
si piegano senza assoggettarsi.
***
Agganciata a uno spuntone di roccia
la mia casa ha un saldo ancoraggio :
sogni mai infranti, idee non ideali.
E poi ho fede, ma non in te
e non in me
e spero, senza speranza alcuna.
***
NATURA MORTA
Scrivo l'arancione dei cachi
maturati nel cesto, al sole della veranda.
E, delle cotogne, il profumo di cassetti
ordinati con la biancheria invernale.
L' albero lascia i frutti senza angustia
anche alla cornacchia
che immortalo artigliata alle spalle del mitico Oreste.
Respiro le parole che conservo nei barattoli di vetro
fra le albicocche e le zucchine estive.
Parole gustose di aceto e zucchero,
parole autunnali su righe di foglie ingiallite.
Quando è ora buttano gemme.
Parole che lasciano i frutti, quando è tempo.
***
GIOBBE
Per i diciott'anni ti regalerei l'elenco nero dei guai
da me redatto con grande perizia e cura
così che ti ci impegni
e per i trenta l'abbia completato:
ottima cura per l'infarto è prendere di petto.
Con la matita li spunterai a uno a uno
tasse ingiustamente pagate
camino incendiato
e la macchina che si ferma di notte
in quello sperduto incrocio di vie
e l'acqua che se ne va - in inverno - appena ti denudi sotto la doccia
e condanne ingiuste, terremoti, frane, vicini astiosi.
Tutto fatto.
Per i trentuno ti regalerei l'elenco giallo delle cose belle
da me redatto con grande perizia e cura così che ti ci impegni
e resti sempre da completare.
Maria Grazia Amati da Il bello della vita
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