Erich Maria Remarque
Parigi, 1937
(...) Ma che ci faccio qui, in questa città - cento occhi mi guardano, mi arrivano sorrisi, cenni, segnali : lo sai - ma non eri tu - che mani e braccia si levano verso di me, che c'è un sussurro di parole, a migliaia, e un sussurro e una pienezza d'amore, e non c'è più ciò che è pianto e ardore, e i miei occhi bruciano e vuote sono le mie mani.
Non va più. Volevo stare calmo e saper aspettare, ho tentato in cento modi di ingannarmi, mi sono detto : presto e: lei non è lontana e: non sono che poche settimane, ma non va. Questa città mi si leva contro e mi scaraventa di qua e di là, le strade spettegolano di te - non sono stato da nessuna parte, ma loro vengono da me, nella mia stanza e stanno lì, domandano, domandano,,,
Non è mai stato così. Sono perduto. Perduto nel nero, lampeggiante fiume sotterraneo, perduto dentro un suono di violino sui tetti, perduto nell'aria d'argento decembrina, perduto nella malinconia del cielo grigio, sono perduto in te, cuore dolcissimo, azzurrissimo sogno, luce librata sopra tutte le foreste, sentimento che fluisce sopra tutte le pianure.
Cuore del mio cuore, così non è mai stato. Felicità inquieta, intreccio di liane, grido che erompe da notti afose, febbricitanti - mi è mai riuscito tutto questo:tenerezza, non c'era sempre da qualche parte un punto vuoto, una macchia di un Io disseccato, un'insensibilità di lontane origini?
Non più. La grande onda: l'avventura senza che le donne vi fossero, un ultimo sfrenato metter mano all'inane : tu devi posare sulla mia spalla, voglio sentire il tuo respiro, non devi andare via, ah, una sola vita è troppo breve per noi, e tanta senza di te se ne è consumata e sciupata . (...)
Erich Maria Remarque & Marlene Dietrich da Dimmi che mi ami ( Testimonianze di una passione . Trad. di C. Mainoldi )
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