La notte più lunga, eterna non è...
PIACERI
Il primo sguardo dalla finestra al mattino
il vecchio libro ritrovato
volti entusiasti
neve, il mutare delle stagioni
il giornale
il cane
la dialettica
fare la doccia, nuotare
musica antica
scarpe comode
capire
musica moderna
scrivere, piantare
viaggiare
cantare
essere gentili.
***
CONTRO LA SEDUZIONE
Non vi fate sedurre:
non esiste ritorno.
Il giorno sta alle porte,
già è qui vento di notte,
altro mattino non verrà.
Non vi lasciate illudere
che è poco, la vita.
Bevetela a grandi sorsi,
non vi sarà bastata
quando dovrete perderla.
Non vi date conforto:
vi resta poco tempo.
Chi è disfatto, marcisca.
La vita è la più grande:
nulla sarà più vostro.
Non vi fate sedurre
da schiavitù e da piaghe.
Che cosa vi può ancora spaventare?
Morite con tutte le bestie
e non c'è niente, dopo.
***
A COLORO CHE VERRANNO
Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia.
Che tempi sono questi in cui
un discorso sugli alberi è quasi un reato
perché comprende il tacere su così tanti crimini!
Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
forse non è più raggiungibile per i suoi amici
che soffrono?
E' vero : mi guadagno ancora da vivere
ma credetemi : è un puro caso. Niente
di ciò che faccio mi dà il diritto di saziarmi.
Per caso sono stato risparmiato ( Quando cessa la mia fortuna sono perso ).
Mi dicono : mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere
se ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi ha sete?
Eppure mangio e bevo.
Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio :
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.
Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!
Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.
Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza,
noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarò venuto il momento
in cui l'uomo sarà amico dell'uomo,
ricordate noi
con indulgenza.
Bertold Brecht da Poesie e canzoni ( trad. Leiser - Fortini )
Bellissimo e, purtroppo, sempre attuale
RispondiEliminapurtroppo
Vero.
RispondiEliminaE mi è piaciuto postare le poesie di questo autore proprio negli attuali giorni di festa, per ricordare che - dietro la cortina labile di tutti gli eccessi che possiamo vedere - c'è tanta ( troppa! ) gente che arranca per vivere, senza risorse materiali e senza giustizia.