Essere testimoni di se stessi...
QUESTA SFUSA FELICITA' CHE ASSALE
Questa sfusa felicità che assale
le facce al sole,
i gomiti e le giacche
- quante dolcezze
sparse nel mercato,
quanto son belli
gli uomini e le donne!
E vado dietro all'uno
e guardo l'altra,
sento il profumo
inseguo la sua traccia,
raggiungo il troppo
ma il troppo non mi abbraccia.
***
Mi ero tagliata i capelli, scurite le sopracciglia,
aggiustata la piega destra della bocca, assottigliato
il corpo, alzata la statura. Avevo anche regalato
alle spalle un ammiccamento trionfante. Ecco ragazza
ragazzo
di nuovo, per le strade, il passo del lavoratore,
niente abbellimenti superflui. Ma non avevo dimenticato
il languore della sedia, la nuvola della vista.
E spargevo carezze, senza accorgermene. Il mio corpo
segreto intoccabile. Nelle reni
si condensava l'attesa senza soddisfazione; nei giardini
le passeggiate, la ripetizione dei consigli,
il cielo qualche volta azzurro
e qualche volta no.
***
Non ho seme da spargere per il mondo,
non posso inondare i pisciatoi né
i materassi. Il mio avaro seme di donna
è troppo poco per offendere. Cosa
posso lasciare nelle strade, nelle case
nei vetri infecondati? Le parole
quelle moltissime
ma già non mi assomigliano più
hanno dimenticato la furia
e la maledizione, sono diventate signorine
un po' malfamate forse
ma sempre signorine.
***
Nel cesto della biancheria sporca
riconosco l'estate,
i pantaloni leggeri le magliette.
Avevo troppa fretta di partire
non potermi fermare a ripulire
le tracce della corsa.
***
Essere testimoni di se stessi
sempre in propria compagnia
mai lasciati soli in leggerezza
doversi ascoltare sempre
in ogni avvenimento fisico chimico
mentale, è questa la grande prova,
l'espiazione. è questo il male.
Patrizia Cavalli da Poesie. 1974 - 1992
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