giovedì 10 marzo 2022

BASTA GUERRE ! ( La voce dei poeti )

 


                                    L'Ospedale pediatrico bombardato ieri a Mariupol




LA GUERRA


Domenica mattina,

mi risveglia la voce

di mia figlia che gridando

dalla cucina chiede

a suo fratello

se davvero la Bomba

quando scoppia,

lascia l'ombra

dell'uomo sopra il muro.

( Non di " un uomo":

" dell'uomo" dice ). Lui

annuisce, io mi giro

dentro il letto.


       Valerio Magrelli      (   " Lettere familiari " )



                                        ***


CANZONE SULLA GUERRA


Strozzate la guerra,

che le donne possano sorridere

e non invecchiare così rapidamente

come invecchiano le armi.


La guerra però dice : io sono!

Sono dal principio

e non v'è stato mai un momento

in cui non fossi.


Sono vecchia come la fame

e come l'amore.

Io non mi sono creata,

ma il mondo è mio!


E lo distruggerò.

Sarò presente

quando il brandello insanguinato a fuoco

cadrà nel buio


come la saliva dei bambini

sul fondo di un pozzo

quando vogliono misurarne

la buia profondità.


Ma noi - e questa è speranza -

possiamo ancora un attimo,

ancora un breve attimo possiamo

riflettere.


      Jaroslav Seifert       (  " Concerto sull' isola "  )



                                          ***


GUERRA E TREGUA


Correva verso un rifugio, si proteggeva la testa.

Apparteneva a un'immagine stanca

non diversa da una donna qualsiasi

che la pioggia sorprende.


Non volevo dire della guerra

ma della tregua

meditare sullo spazio e dunque sui dettagli,

la mano che saggia il muro, la candela per un attimo accesa

e - fuori - le fulgide foglie.

Ancora un recinto con spine confuse ad altre spine

spine di terra che bruciano i talloni.


Ciò che si stende tra il peso del prima

da un luogo andare a un altro luogo

senza una vera meta

senza che nulla di quel moto possa chiamarsi viaggio

distrazioni di volti

mentre batte la pioggia.


Alla tregua come al treno occorre la pianura

un sogno di orizzonte

con alberi levati verso il cielo

uniche lance, sentinelle sole .


      Antonella Anedda            ( " Notti di pace occidentale " )



                                         ***


LE BOMBE


Abbiamo colpito il treno ci dispiace è stato un errore.

Abbiamo compito quei profughi ci dispiace un altro errore.

Abbiamo colpito il ponte la gente non si vedeva.

Abbiamo colpito l'acquedotto non è stato un errore ma ci dispiace.

Abbiamo colpito l'ambasciata ci dispiace un altro errore.

Abbiamo colpito il paese sbagliato non era previsto.

Abbiamo già  colpito altre cose sbagliate

un aereo passeggeri una scuola.

Questa volta le ragioni per colpire quello che cercavamo di colpire erano buone.

Cercavamo di fermare le cose terribili fatte a gente innocente.

Le cose peggiorarono per quella gente col nostro

intervento il che prova che avevamo ragione.

Ma naturalmente non siamo capaci di pensare a ciò che è giusto o ciò che è sbagliato.

Dicono che siamo intelligenti ma le bombe non sono fatte

per pensare.

Ci dispiace ci siano stati errori, ma noi da sole non possiamo fare errori.

Eseguiamo solo ordini. Facciamo quello che ci viene detto.


                             Martha Collins  ( " The Progressive " )



4 commenti:

  1. Alla fine il problema è proprio quello che tutti (umani od oggetti che siano) fanno quello che vien detto loro di fare.

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  2. Già.
    Era il motivo che ha sostenuto tutta l'impalcatura su cui si reggeva la "difesa" nazista ( tanto per citarne una ).

    Ma non regge :
    1 ) perché non tiene conto del senso morale ( o coscienza ) individuale.

    2) Perché - procedendo di negazione in negazione - ci sarà pure qualcuno alla sommità della piramide. O le colpe non sono di " Nessuno" come nel mito di Ulisse e Polifemo?

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  3. Se ci pensate la bomba ha numerosi colpevoli. Chi la pensa. La produce. La vende. La trasporta. La usa. Non è intrinsecamente sua perché esplode

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  4. Com'è vero!
    Un bel monito per le coscienze....

    Grazie dell'intervento.

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