Basterebbe qualche passo tra questo e la fine...
In questa raccolta , già nel titolo è rappresentato il senso del dolore dell'autrice: la perdita di una condizione, il non essere più, essere diventata altro. Questo dolore traspare da ogni pagina, che non è cronaca e non è neppure diario, ma un susseguirsi di emozioni torride e al tempo stesso gelide, istantanee che ritraggono desolazione e silenzio, pensieri razionalmente lugubri. Il buio domina la scena - inevitabilmente - eppure la luce ritorna più volte nei versi dell'autrice: è la luce del sole ( "la sua orma di luce come un girasole"; quella della luna (" la luna piena nel mattino" ), oppure quella di una stella (" un occhio di stella mi sorveglia" ) che pare accompagnare e vegliare le uscite di Francesca. Nel mondo interiore della ex madre avvertiamo una rabbia muta e trattenuta, mentre fuori il mondo osserva : è un mondo fermo nella propria liquida immobilità, in un'atmosfera rarefatta e asfissiante. Uomini e donne sono alle prese con le proprie maschere che - per convenzione - ognuno deve indossare, ed è in questo mondo, fra queste maschere che l'ex madre si aggira col suo dolore, ombra fra le altre ombre.
Ho stretto l'urna contro il ventre,
pesava pressappoco come allora.
Un figlio lo contieni sempre
e ogni minuto io contengo,
ogni minuto sento dentro
mio figlio che muore,
mio figlio che decide di morire.
***
Ha brillato qui per vent'anni
poi si è incamminato altrove.
Da allora io sono ferma
voltata verso la sua orma di luce
come un girasole.
***
Alto nel cielo nero,
di fianco al portone
ogni mattina
un occhio di stella
solitario mi veglia.
Ora sarebbe facile
cedere alla debolezza
di immaginare su di me
uno sguardo pentito
una dolcezza d'angelo.
***
Ora piango così,
con il sangue negli occhi,
con il naso che cola, la gola
scorticata dai singhiozzi.
Con la smorfia pietosa
di bambina picchiata,
di bambina
crudelmente punita.
Con il viso contorto
rivolto verso il cielo
a un dio che mi colpisce
più forte ogni secondo.
***
Alla fermata della corriera,
sul bordo della strada,
sono solo una sagoma
protetta dal buio della sera
e dai rumori delle auto,
dei camion di passaggio.
Posso piangere ora,
posso urlare, guardare
i fanali sfrecciare, capire
che basterebbe qualche passo
tra questo e la fine.
Francesca Del Moro da Ex madre
miè venutodi getto scrivere .mamma mia!!!
RispondiEliminaLa condizione di mamma ex è è una delle più dolorose... nel particolare contesto poi, ancora di più.
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