sabato 12 marzo 2022

LA CONDIZIONE DI FRANCESCA

 


                                          Basterebbe qualche passo tra questo e la fine...




In questa raccolta , già nel titolo è  rappresentato il senso del dolore dell'autrice: la perdita di una condizione, il non essere più, essere diventata altro. Questo dolore traspare da ogni pagina, che non è cronaca e non è neppure diario, ma un susseguirsi di emozioni torride e al tempo stesso gelide, istantanee che ritraggono desolazione e silenzio, pensieri razionalmente lugubri. Il buio domina la scena - inevitabilmente - eppure la luce ritorna più volte nei versi dell'autrice: è la luce del sole ( "la sua orma di luce come un girasole"; quella della luna (" la luna piena nel mattino" ), oppure quella di una stella (" un occhio di stella mi sorveglia" ) che pare accompagnare e vegliare le uscite di Francesca. Nel mondo interiore della ex madre avvertiamo una rabbia muta e trattenuta, mentre fuori il mondo osserva : è un mondo fermo nella  propria liquida immobilità, in un'atmosfera rarefatta e asfissiante. Uomini e donne sono alle prese con le proprie maschere che - per convenzione - ognuno deve indossare, ed  è in questo mondo, fra queste maschere che l'ex madre si aggira col suo dolore, ombra fra le altre ombre.




Ho stretto l'urna contro il ventre,

pesava pressappoco come allora.

Un figlio lo contieni sempre

e ogni minuto io contengo,

ogni minuto sento dentro

mio figlio che muore,

mio figlio che decide di morire.



                                             ***


Ha brillato qui per vent'anni

poi si è incamminato altrove.

Da allora io sono ferma

voltata verso la sua orma di luce

come un girasole.



                                          ***


Alto nel cielo nero,

di fianco al portone

ogni mattina

un occhio  di stella

solitario mi veglia.

Ora sarebbe facile

cedere alla debolezza

di immaginare su di me

uno sguardo pentito

una dolcezza d'angelo.



                                             ***


Ora piango così,

con il sangue negli occhi,

con il naso che cola, la gola

scorticata dai singhiozzi.


Con la smorfia pietosa

di bambina picchiata,

di bambina

crudelmente punita.


Con il viso contorto

rivolto verso il cielo

a un dio che mi colpisce

più forte ogni secondo.



                                           ***


Alla fermata della corriera,

sul bordo della strada,

sono solo una sagoma

protetta dal buio della sera

e dai rumori delle auto,

dei camion di passaggio.

Posso piangere ora,

posso urlare, guardare

i fanali sfrecciare, capire

che basterebbe qualche passo

tra questo e la fine.




                              Francesca  Del Moro   da    Ex  madre




2 commenti:

  1. miè venutodi getto scrivere .mamma mia!!!

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  2. La condizione di mamma ex è è una delle più dolorose... nel particolare contesto poi, ancora di più.

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