Questo brano, musicato sulla poesia del poeta russo Sergej Esenin, è dedicato dall' Orchestra Sinfonica e dal Coro Gimnazija Krani al popolo ucraino che soffre e muore sotto le bombe.
Ha smesso di parlare il boschetto dorato
con la gaia liturgia delle betulle
e le gru, volando tristemente,
ormai non rimpiangono nessuno.
Chi rimpiange, se ognuno è un pellegrino?
Entrerà di sfuggita, per lasciare nuovamente la casa.
Di tutti gli scomparsi sogna la canapaia
con l'ampia luna sul ceruleo stagno.
Sto solo in mezzo alla pianura brulla
e il vento porta lontano le gru.
Ripenso alla mia lieta giovinezza,
ma non rimpiango nulla del passato.
Non rimpiango gli anni dissipati invano,
non rimpiango il fiore di lillà dell'anima.
Nel giardino fiammeggia un rogo rosso sorbo,
ma non può riscaldare nessuno.
Non bruceranno i grappoli del sorbo,
l'erba non perirà dalla giallezza.
Come l'albero lascia cadere sommesse le foglie,
così io lascio cadere le tristi parole.
Se il tempo sparpagliandole col vento
le raccoglierà in un mucchio inutile,
dite allora ... che il boschetto d'oro
ha smesso di parlare con la sua cara lingua.
Sergej Esenin Trad. di A. M. Ripellino
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