MARCIA NOTTURNA
Con le lanterne del tempo di guerra
si procede, e la luna ha un tenue velo,
tutte le chiare stelle ardono in cielo.
Oh, spegnete quei lumi - uomini- in terra!
Presso, nel mare, quell'argenteo gelo
trema, e ci segue. Ebbri di sonno, stanchi
di querelarsi e di cantare, i fanti
tornano sotto un luminoso cielo,
lungo il golfo che a me ricorda quello
dove nacqui, che a notte ha il tuo sorriso
malinconico, l'aria del tuo viso.
Così che intorno io mi ritrovi il bello
lasciato quando qui venni a marciare,
e i sonni dell'infanzia a ritrovare.
( Umberto Saba )
***
SAN MARTINO DEL CARSO
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro.
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto.
M nel cuore
nessuna croce manca.
E' il mio cuore
il paese più straziato.
( Giuseppe Ungaretti )
***
FORSE IL TEMPO DEL SANGUE
Forse il tempo del sangue ritornerà.
Uomini ci sono che debbono essere uccisi.
Padri che debbono essere derisi.
Luoghi da profanare bestemmie da proferire
incendi da fissare delitti da benedire.
Ma più c'è da tornare a un'altra pazienza
alla feroce scienza degli oggetti alla coerenza
nei dilemmi che abbiamo creduto oltrepassare.
Al partito che bisogna prendere e fare.
Cercare i nostri eguali osare riconoscerli
lasciare che ci giudichino guidare essere guidati
con loro volere il bene fare con loro il male
e il bene la realtà servire negare mutare.
( Franco Fortini )
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VIATICO
O ferito laggiù nel valloncello,
tanto invocasti
se tre compagni interi
cadder per te che quasi più non eri.
Tra melma e sangue
tronco senza gambe
e il tuo lamento ancora,
pietà di noi rimasti
a rantolarci e non ha fine l'ora,
affretta l'agonia,
tu puoi finire,
e nel conforto ti sia
nella demenza che non sa impazzire,
mentre sosta il momento
il sonno sul cervello,
lasciaci in silenzio
grazie, fratello.
( Clemente Rebora )
***
UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t'ho visto - dentro il carro di fuoco - alle forche
alle ruote di tortura. T'ho viso : eri tu
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello
" Andiamo ai campi". E quell'eco, fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue.
Salite dalla terra, dimenticate i padri :
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
( Salvatore Quasimodo )
Molto belle e purtroppo attualissime che l'uomo è ancora un troglodita
RispondiEliminaLa guerra, tutte le guerre sono " il vizio assurdo" dell'uomo.
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