Mi dicevo: vivere è ben altra cosa
che quest'oblio del tempo che passa e le devastazioni
dell'amore e dell'usura - ciò che facciamo
dal mattino alla notte : fendere il mare,
fendere il cielo, la terra, di volta in volta uccelli,
pesci, talpe, infine ; giocando a manipolare l'aria, l'acqua,
i frutti, la polvere, agendo come, bruciando
per, camminando verso, raccogliendo
che? Il verme nella mela, il vento nel grano
perché tutto sempre ricade, perché tutto
ricomincia e non è mai simile
né peggiore, né migliore a ciò che fu e
che non smette di ripetere : vivere è ben altra cosa.
***
Il tempo in cui ci alziamo davvero, diciamo
sì dalla punta dei piedi fino al vertice
del cranio; sì a questo giorno gettato
nel cesto del tempo, piove.
Oh l'esatta topografia dell'anima, questa parola
che s'infila negli occhi come unghie
nella carne : piove. Il sangue dell'erba
è verde intollerabilmente ed è in noi
che piove, in noi che una diga infranta
vede sprofondare poco a poco, dietro il vetro
e tra le velature, con lembi di vecchi
rimpianti, stanche attese,
le ragioni per partire e vestire il freddo.
***
E poi, se il fuoco prendesse male, se la lampada
filasse un miele amaro, tu potresti dire : ho freddo,
e rubare il cuore al noce calvo, quello
del cavallo da tiro che non ha più dove andare
e va da una parte all'altra della pioggia
come te nella casa, aprendo un libro,
porte, respingendole : terra bruciata, città
aperta dove la fame dilaga e grida
come questi grappoli di frutti rossi sulla tavola,
vita straniera, presente inaccessibile
a chi ormai non sa più
che pestare nello stesso solco
la pesante argilla nera delle fatiche.
***
Forse bisognerebbe tirare le tende, lasciare
il corpo tutto intero colare nella fatica,
spogliarsi degli intrecci di pensieri, del nero
abbraccio delle alghe, tranciare di netto
con la tua stessa morte, ciò che è stato e non è
più, con quello che verrà, l'ineluttabile
marea di immagini e suoni, che i sommersi - si dice
non portano via, lasciare il tempo
come pioggia batterti la fronte
finché tutto ridiverrà polvere
nella stanza del morto : si vuotano i cassetti,
si spazza attraverso la porta aperta la luce
un istante si fa carne e rabbrividisce.
***
Si dice : il sole dopo la pioggia, il mare
dopo la montagna, l'amore dopo
e partire, partire. Domani, quando tutto sarà,
quando tutto avrà, quando.
Promesse di morti se vivere è più
che aspettare, sperare. Ceneri gettate
sul fuoco che un po' recalcitra, poi
tace senza consolazione : la notte
cala, l'alba si leva, un'estate è passata
già, dicono i fumi del casolare
mentre gli animali senza collera continuano
ad accumulare l'oro del tempo, l'oro
dei nostri occhi avidi e così presto chiusi.
Guy Goffette da La vita promessa Trad. di C. De Luca
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