I Traditori nel lago Cocito
CANTO XXXII DELL' INFERNO
Dante e Virgilio iniziano a muoversi sulla superficie del lago di Cocito, dove il gigante Anteo li ha deposti in un punto più basso dei suoi piedi. Mentre Dante ancora guarda la parete rocciosa del pozzo, sente un dannato che lo apostrofa e lo invita a stare attento dove mette i piedi : si volta e vede che il lago è totalmente ghiacciato, più di quanto lo sia mai stato il Danubio in Austria o il Don in Russia, e se anche su esso cedessero monti altissimi non ne farebbero incrinare la superficie. Le anime dei dannati ( traditori dei parenti ) sono imprigionate nel ghiaccio fino al viso, come le rane stanno a gracidare nello stagno al principio dell'estate; sono livide per il freddo e battono i denti come cicogne. Esse tengono la faccia rivolta all'ingiù e versano le lacrime verso il basso, dal che si capisce la pena che essi soffrono. ( Come in vita ebbero il cuore così duro e freddo da tradire le persone più care, così ora sono immersi nel duro ghiaccio - immobili - come immobile fu la loro vita spirituale ).
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CANTO XXXIII
All'interno del Canto XXXIII dell'Inferno, sono due le colpe condannate, entrambe legate al tradimento. Dante e Virgilio attraversano dapprima l' Antenòra, dove sono puniti i traditori della patria o del partito, e poi la Tolomea, dove sono puniti i traditori degli ospiti o degli amici. Dal punto di vista della geografia dei peccati, siamo di fronte a uno dei punti più bassi dell' Inferno, dove sono quindi destinate le anime che si sono macchiate - secondo Dante - delle colpe più gravi : più in basso vi è solo la Giudecca, dove sono condannati i traditori dei benefattori e dove si trova Lucifero.
frida
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