J. M. W. Turner - Venice
" Canta, o Musa malinconica / di chi attende il ritorno di sé, coerente / immagina e sorprende il corpo / in questo purgatorio ". Credo che " La metà del letto" colga in questa quartina uno dei suoi apici, toccando la condanna del poeta, quella che già Baudelaire consegnava al Albatros, di sentirsi incarnato. La pena di avvertire l'essere eterno nella carne che non è tale. Il tormento di avere pensieri infiniti prigionieri di un destino non infinito. E in questa denuncia, Matteo si fa compagno di pena di ogni essere che sia davvero umano, e cioè, consapevole di questa sua dimensione luciferina di ex angelo, di reietto, di creatura decaduta, di ek- sistenza, di una perdita dell' Essere nell'esistere. Tutte le religioni, tutte le filosofie e le letterature da qui nascono e a questo mistero fanno ritorno.
Dall' Introduzione di Roberto Pazzi
Il buio insegna il bianco.
Soltanto nel buio di un riposo
che non si rassegna
sento l'abbacinarsi della neve.
Mi affido a troppa voce
per colmare vacuità
già complete di silenzi.
***
La sigaretta si consuma
tra le dita: ridotto a un niente
sono io dalla passione.
Per prima ti ringrazio
del seguito, della ferita:
noi siamo nel dolore
liberi davvero.
Un mozzicone si abbandona
di spalle, si fida della neve
nella salvezza che congela.
***
Tu sei i miei secondi
e vorresti sentire
" Io ci sarò per sempre ?"
A prescindere da ciò che siamo
adesso, nonostante i sentimenti,
io per sempre non lo so dire
e nemmeno tu.
Noi non lo sappiamo dire
- non perché non l'abbiamo imparato -
ma proprio perché non lo si impara.
***
Mi stupiva rientrare
dalla pausa alla sedia
della conferenza e trovare
la tua vuota.
Te n'eri andata
e non mi avevi avvisato.
Alla fine del conto
noi attendiamo sempre
- chiamalo inconscio -
una soluzione ingegnosa
e sorprendente
che ci faccia ridere.
Non avendo pretesa
o presunzione
di essere salvati.
Ma tu da me
non saresti più tornata.
***
L'OMBRA DEL PATIO
Oggi tu risorgi
e io mi sento morto.
Non c'era legge che mi avesse impedito
di ucciderti,
soltanto una serie di conseguenze
e lo strascico del rimorso.
( Ponzio Pilato )
***
Qui non c'è stato abbastanza silenzio
per redimere il nostro esilio
dalla custodia dell'amore.
A Ferrara, che arranca
dopo il terremoto di maggio,
la terra si è scrollata di dosso
qualcosa di superfluo.
***
Sono solo, Venezia,
complice della tua bellezza.
Le tue curve che aprono il cielo
bilanciano l'asprezza crudele
della pausa rimasta negli occhi,
i vuoti dei troppo pozzi.
E' l'istinto di compensare:
il mare ti aggredisce
ad ogni nuova aurora,
non si avvilisce.
Chiunque ti abbia guardata
- il desiderio di tornare
e farti propria -
ti ha resa estranea alla vita,
intoccabile.
" Guardare e non toccare"
sui tuoi zigomi ventosi.
Matteo Bianchi da La metà del letto
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