mercoledì 9 marzo 2022

LA META' DEL LETTO DI MATTEO



                                                             J. M. W. Turner  - Venice



" Canta, o Musa malinconica / di chi attende il ritorno di sé, coerente / immagina e sorprende il corpo / in questo purgatorio ". Credo che " La metà del letto" colga in questa quartina uno dei suoi apici, toccando la condanna del poeta, quella che già Baudelaire consegnava al Albatros, di sentirsi incarnato. La pena di avvertire l'essere eterno nella carne che non è tale. Il tormento di avere pensieri infiniti prigionieri di un destino non infinito. E in questa denuncia, Matteo si fa compagno di pena di ogni essere che sia davvero umano, e cioè, consapevole di questa sua dimensione luciferina di ex angelo, di reietto, di creatura decaduta, di ek- sistenza, di una perdita dell' Essere nell'esistere. Tutte le religioni, tutte le filosofie e le letterature da qui nascono e a questo mistero fanno ritorno.


                        Dall' Introduzione di Roberto Pazzi


                        


 Il buio insegna il bianco.

Soltanto nel buio di un riposo

che non si rassegna

sento l'abbacinarsi della neve.


Mi affido a troppa voce

per colmare vacuità

già complete di silenzi.



                                           ***


La sigaretta si consuma

tra le dita: ridotto a un niente

sono io dalla passione.


Per prima ti ringrazio

del seguito, della ferita:

noi siamo nel dolore

liberi davvero.


Un mozzicone si abbandona

di spalle, si fida della neve


nella salvezza che congela.



                                           ***


Tu sei i miei secondi

e vorresti sentire

" Io ci sarò per sempre ?"

A prescindere da ciò che siamo

adesso, nonostante i sentimenti,

io per sempre non lo so dire

e nemmeno tu.

Noi non lo sappiamo dire

- non perché non l'abbiamo imparato -

ma proprio perché non  lo si impara.



                                                   ***


Mi stupiva rientrare

dalla pausa alla sedia

della conferenza e trovare

la tua vuota. 

Te n'eri andata

e non mi avevi avvisato. 


Alla fine del conto

noi attendiamo sempre

- chiamalo inconscio -

una soluzione ingegnosa

e sorprendente

che ci faccia ridere.


Non avendo  pretesa


o presunzione


di essere salvati.

Ma tu da me


non saresti più tornata.



                                          ***



L'OMBRA DEL PATIO


Oggi tu risorgi

e io mi sento morto.


Non c'era legge che mi avesse impedito

di ucciderti,

soltanto una serie di conseguenze

e lo strascico del rimorso.


   ( Ponzio Pilato )



                                            ***


Qui non c'è stato abbastanza silenzio

per redimere il nostro esilio

dalla custodia dell'amore.


A Ferrara, che arranca

dopo il terremoto di maggio,

la terra si è scrollata di dosso

qualcosa di superfluo.



                                          ***


Sono solo, Venezia,

complice della tua bellezza.

Le tue curve che aprono il cielo

bilanciano l'asprezza crudele

della pausa rimasta negli occhi,

 i vuoti dei troppo pozzi.

E' l'istinto di compensare:

il mare ti aggredisce

ad ogni nuova aurora,

non si avvilisce.

Chiunque ti abbia guardata

- il desiderio di tornare

e farti propria -

ti ha resa estranea alla vita,

intoccabile.

" Guardare e non toccare"

sui tuoi zigomi ventosi.




                           Matteo Bianchi    da    La metà del letto



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