mercoledì 20 marzo 2019

ABBANDONARE IL RUOLO DI VITTIMA 1

 
 

" Per ogni minuto che passiamo in preda alla rabbia, perdiamo sessanta secondi felici"  ( W. S. Maugham )


AGGRESSIONE E RABBIA

(…) Aggressione deriva dalla parola latina aggredior.
       Innanzitutto essa ha un pacifico risvolto intenzionale di
       avvicinamento, e significa semplicemente" recarsi in un luogo,
       accostarsi a qualcuno, cominciare, intraprendere qualcosa".
       C'è in questa catena di significati un'intensificazione; nella
       parola è presente una pressione che va aumentando sempre
      più.Il temine diventa sempre più ostile, assumendo il significato
      di aggredire, sopraffare, distruggere con intento malevolo. E'
      in questo contesto - allora - che si deve parlare di distruzione.
      Ma non si può indicare semplicemente come distruttiva l'
      intenzionalità di un avvicinarsi pieno di determinazione; si può
      ben invece definire come tale la distruzione operata  con
      propositi ostili.
      E' molto importante nell'aggressione il ruolo giocato dall'
      intenzionalità: abbiamo uno scopo, vogliamo provocare
      qualcosa; ma qualche altra cosa si contrappone a questa
      nostra volontà e noi ci arrabbiamo, diventiamo furiosi. Può
      darsi allora che traduciamo questo affetto in comportamenti
      ostili.A seconda del temperamento ci arrabbiamo tanto o poco,
      oppure per nulla. I nostri attacchi di collera hanno una precisa
      tipicità, che varia da persona a persona. Ciascuno di noi
    probabilmente può dire di se stesso se cova un attacco di collera
     per settimane, se lo scarica lentamente o velocemente nel luogo
    giusto o in quello sbagliato,oppure se è una persona che esplode
    e poi dieci minuti dopo non capisce più come abbia potuto
    perdere la calma. Nelle sue varie manifestazioni, la rabbia - di
    volta in volta - rivela una tipicità individuale.
    Nella gestione della rabbia è possibile distinguere diverse
    tipologie di reazione, vale a dire che le persone la sentono in
    maniera differente, e altrettanto differentemente la controllano,
    ne sono succubi o la respingono.  (…)


              Verena  Kast   da     Abbandonare il ruolo di vittima

  

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